Il piano dell’Asl: i sindaci preparano la controposta

A settembre dossier sullo stato dell’arte che conterrà idee per il miglioramento Da Rifondazione nuove bordate: «L’Atto aziendale di Squillante è illegittimo»

E’ stata una conferenza dei sindaci poco affollata quella che si è tenuta ieri pomeriggio alla Provincia di Salerno, ma al termine è emerso comunque un programma di azioni da intraprendere per migliorare il sistema sanitario sul territorio. Al centro del dibattito, naturalmente, c’è stato l’atto aziendale dell’Asl Salerno anche se diversi erano i punti all’ordine del giorno. «Abbiamo deciso - ha commentato il presidente della conferenza Sergio Annunziata - di inviare immediatamente un telegramma al governatore Caldoro, in qualità di commissario della sanità in Campania, nel quale preannunceremo l’invio di un dossier riguardante lo stato dell’arte dell’intero sistema sanitario in provincia e le nostre proposte per migliorarlo». Stessa comunicazione verrà fatta anche al direttore generale Antonio Squillante. L’intera documentazione sarà pronta per il mese di settembre e fino ad allora è intenzione dell’organo svolgere «una forte pressione» su Caldoro per evitare che il territorio possa essere fortemente penalizzato. Nel corso del dibattito è emersa poi anche la necessità di compulsare maggiormente i consiglieri regionali affinchè venga convocato un consiglio monotematico sull’argomento sanità. Insomma non c’è alcuna intenzione di arrendersi anche perché le criticità emerse sono state diverse, prima fra tutte lo squilibrio tra posti letto e popolazione residente. C’è poi la necessità di rivedere la rete di emergenza e di attuare lo sblocco del turnover. Vale la pena ricordare che alla riunione erano presenti gli amministratori dei comuni di Sarno, Nocera Inferiore, Polla, Roccadaspide, Baronissi, Atena Lucana, Altavilla Silentina, Sapri e Oliveto Citra (in rappresentanza di venti comuni della Piana del Sele). A discutere sull’atto aziendale dell’Asl è stato, ieri mattina, anche il partito di Rifondazione Comunista. «Per noi - ha detto il segretario provinciale Loredana Marino - il piano è illegittimo e deve essere bocciato. È illegittimo sia da un punto di vista amministrativo che politico. E aggiungo che è anche inefficace e inefficiente». Ad essere messa sotto accusa, naturalmente, la riduzione dei distretti. «Sono stati accorpati sulla base dell’ambito - ha spiegato sempre la Marino - violando la legge regionale 16 del 2008 che dice che l’utenza per ogni distretto non deve superare le 120mila persone. Invece con l’accorpamento dei distretti 60, 61, 62 (quelli relativi all’Agro) arriviamo addirittura a 275mila utenti». Il limite viene superato anche con l’accorpamento dei distretti 65 e 68 (Picentini - Sele) e 66 (Salerno - Pellezzano). «Segnaliamo anche un’altra violazione; la modifica degli ambiti e dei distretti deve prevedere la legge regionale, invece avviene tutto sulla base di una delibera di giunta che comunque prevedeva la costituzione di un tavolo tecnico con la presenza di tutte le parti interessate. Cosa che nel caso di Salerno non è avvenuta». Ed in tutto questo, conclude la Marino, «c’è un aumento dei costi della politica e una diminuzione delle spese sui servizi». Una situazione a cui vogliono porre rimedio innanzitutto i sindaci cercando di mettere da parte per una volta bandiere e campanilismi.

Angela Caso

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