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Il Pd chiede tutte le carte del consuntivo

Tutte le carte del consuntivo. Il Pd chiede di vedere tutto. Il segretario Antonio Iannello: «Il consuntivo registra variazioni in meno dei residui attivi (crediti) dell’anno 2011 e precedenti per...

Tutte le carte del consuntivo. Il Pd chiede di vedere tutto. Il segretario Antonio Iannello: «Il consuntivo registra variazioni in meno dei residui attivi (crediti) dell’anno 2011 e precedenti per 17.047.220,30 euro e di 49.899,35 sui residui passivi (debiti), determinando un disavanzo di amministrazione di oltre dieci milioni di euro che peserà come un macigno sulla nostra comunità».

Tale manovra “non ci convince” per una serie di motivi. Per esempio «l’articolo 6, comma 17, del D.L. n. 95/2012, convertito in legge n. 135/2012, recita: “A decorrere dall’esercizio finanziario 2012 gli Enti locali iscrivono nel bilancio di previsione un fondo svalutazione crediti non inferiore al 25% dei residui attivi di cui al titolo 1° e 3° dell’entrata, aventi anzianità superiore a 5 anni. Possono essere esclusi dalla base di calcolo i residui attivi per i quali i responsabili dei servizi competenti abbiano certificato la sussistenza della ragione del credito e l’elevato tasso di riscuotibilità.” Vorremmo avere notizie su questa “certificazione” anche per i tutti i residui attivi trasferiti nel conto patrimonio che dovrebbe essere allegata al consuntivo». Ancora: «I residui passivi registrati in meno sono di importo insignificante e quindi vengono qui ignorati. Riteniamo, invece, molto opportuno evidenziare i residui passivi lasciati e registrati al titolo 1° “Spese correnti” per un importo complessivo di €. 43.350.794,56». Il Pd chiede di «conoscere se i dirigenti abbiano certificato che i residui passivi elencati siano documentati da atti amministrativi e “certi, liquidi ed esigibili”; nel qual caso restano a bilancio, salvo prescrizione. «Riteniamo che solo una certificazione da parte dei dirigenti, per i residui attivi e passivi, possa legittimare presenza o esclusione nel consuntivo». Dal momento che «il ricorso al piano di riequilibrio vincolerà le future gestioni a pesanti misure ci auguriamo un confronto».

Patrizia Sereno

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