Il Patto dell’Agro verso lo scioglimento Via i diciotto addetti

La Provincia e i comuni maggiori favorevoli alla liquidazione Angri e gli centri più piccoli invece fanno “resistenza”

La Provincia ha dato il via libera per decretare la “morte” del Patto dell’Agro S.p.a. Terminata la cassa integrazione in deroga 18 dipendenti si ritroveranno per strada senza un lavoro. E’ stata una riunione dai toni infuocati andata in scena ieri sera nell’aula consiliare di Nocera Inferiore, per discutere della messa in liquidazione del Patto Territoriale.

Un pomeriggio di confronto tra sindaci, lavoratori, sindacati e vertici della società, che non ha prodotto soluzioni, tutto rimandato all’assemblea straordinaria dei soci a fine novembre. In quest’occasione sarà convocata anche quella ordinaria dove i sindaci potranno portare una proposta alternativa alla liquidazione per tentare di salvare la società . «E’ inutile in questa fase tenere in vita una società che non ha progettualità future- ha affermato l’assessore provinciale Adriano Bellacosa-. La Provincia è favorevole da qualche tempo alla fuoriuscita da tutti i Patti per la mancanza di accordi di reciprocità che non ci permettono più di andare avanti». Una chiara e decisa posizione che ha trovato l’accordo dei comuni di Scafati, Sarno, Pagani e Nocera Inferiore favorevoli allo scioglimento. In particolare Pagani rappresentato dal commissario prefettizio Scigliuzzo e Nocera Inferiore, dall’assessore Antonio Angrisani hanno evidenziato la difficoltà dei loro enti a pagare gli arretrati dovuti al Patto Territoriale. Infatti, la società ha un credito nei confronti dei comuni consorziati di un milione e settecento mila euro. «Sul piano della liquidità e delle competenze stiamo attraversando dei seri problemi- ha affermato Pasquale Aliberti-.Sono anni che questo strumento non riesce a garantire progetti per il territorio». Sulla stessa linea anche il collega di Sarno, Amilcare Mancusi. Contrari, invece, allo scioglimento i primi cittadini di Angri, S. Marzano, Roccapiemonte, Siano, S. Valentino Torio e Nocera Superiore. «Bisogna azzerare tutto - ha affermato Pasquale Mauri - le società consorziate devono essere gestite dai sindaci del territorio. La politica di partito deve abbandonare queste società ormai in totale crisi economica». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gaetano Montalbano. «I sindaci per anni sono stati la fortuna del Patto per poi essere sostituiti con persone cui i partiti dovevano assicurare uno stipendio. Per anni abbiamo lavorato in maniera gratuita per tutelare gli interessi del nostro territorio. E’ facile in questo momento scaricare gli errori di chi ha gestito il Patto sui sindaci. Adesso devono anche assumersi la responsabilità di licenziare tutti questi dipendenti». Le dimissioni dell’intero Cda e del Presidente Generoso Baio con il ritorno dei sindaci è la proposta formulata da Sabatino Tenore, sindaco di Siano.

Chiaro anche l’intervento di Cosimo Annunziata. «Sono contrario allo scioglimento della società senza che siano fatte tutte le giuste verifiche. Nessun Comune può gestire da solo lo sviluppo del territorio». Duro l’intervento della sindacalista Lucia Pagano. «Le strutture di concertazione sono diventate carrozzoni politici utilizzati dai partiti per fare clientela. Non c’è una struttura gestita dal Pdl che funziona in questo territorio solo perché sono stati messi i politici a fare gli imprenditori».

Gerardo Vicidomini

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