SAN VALENTINO

Il parroco dopo lo stupro della minorenne: misericordia per quei giovani

La lettera di don Alessandro: «Il papa ci esorta ad amare anche chi ha sbagliato, mentre la giustizia umana fa il suo corso»

SAN VALENTINO TORIO. Misericordia: don Alessandro Cirillo la invoca a una settimana dalla violenza sessuale che cinque ragazzi di San Valentino Torio hanno commesso su di una sedicenne di Sarno. «Miei cari – si legge in uno dei passaggi più forti della lettera aperta alla comunità – non ci sono né vincitori né vinti, ma tutti sono sconfitti. C’è la vita di una ragazza segnata per sempre, nel profondo del suo intimo, ma anche la vita di questi ragazzi sarà marcata per sempre. Gesù, nel Vangelo, ha condannato sempre il peccato, ma ha aperto il suo cuore ai peccatori. Sì, condanniamo sempre il peccato, ma apriamo strade di misericordia per chi ha sbagliato, se vogliamo che questo mondo si salvi. Papa Francesco ci esorta ad amare anche chi ha sbagliato, mentre la giustizia umana fa il suo corso».

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Famiglia ed educazione. Il parroco di San Giacomo Maggiore, chiesa madre di San Valentino, fa anche riferimento alla famiglia e all’educazione. «In comunione spirituale con il nostro vescovo Giuseppe – continua il sacerdote – sento di indirizzarvi una parola di incoraggiamento dinanzi allo smarrimento di tanti, una parola di rassicurazione per quanti si domandano e si interrogano, una parola di misericordia per curare le ferite di chi assapora la voracità del mondo». Il presbitero parla di amore: «Tutta la vita dell’uomo è intessuta d’amore, si nasce per amore, si vive per amore e si entra nell’eternità dell’amore». Un amore che si dona e non si ruba: «L’amore non si può estorcere, l’amore è sempre un dono, che si offre e si riceve. Amare è dare la vita per l’altro, come una madre ed un padre che nel quotidiano offrono amore tutti i giorni per i figli, amore è dare la vita per un ideale di giustizia, di pace, di aiuto ai più poveri di questo mondo; amare è indignarsi dinanzi allo scempio del degrado ambientale; amare è dare la vita alle nuove generazioni, senza “abdicare” al ruolo educativo, senza demandare ad altri il compito di educare come genitori, insegnanti, sacerdoti e educatori in genere».

La triste vicenda, che ha segnato non solo San Valentino, invita a «trovare strade nuove per strappare i figli dinanzi a tutto l’orrore di questo mondo». Don Alessandro scrive ancora: «Qui ci sono da una parte persone ferite che hanno diritto alla consolazione; dall’altra persone arrabbiate che vanno aiutate a non dare spazio all’odio; e ancora ci sono persone che hanno sbagliato che hanno il dovere di comprendere la radice e la gravità del loro errore e infine vi sono sempre quelle persone che, non avendo altro da fare, perdono tempo a giudicare gli altri, sparando sentenze con una superficialità raccapricciante».

La pornografia on line. L’auspicio di don Cirillo è che si possa «prendere coscienza che i nostri figli sono vittime indifese di una squallidissima e disastrosa pornografia on line che a tutte le ore del giorno e della notte, li raggiunge, li inganna, li stimola, li ammalia. Invitandoli e spingendoli a fare cose di cui dovranno vergognarsi per il resto della vita». «Dare amore – continua il parroco e direttore della Caritas diocesana – è educare all’amore, il vero amore, quello che la vita la dona e non la strappa via. Dare amore è tornare a ri-educare i nostri figli a sapere gestire quel mondo interiore dove attraverso sentimenti e pulsioni, gioie e frustrazioni, che se non ben incanalate finiscono per diventare distruttive per sé e per gli altri. Torniamo, allora, cari genitori, a ri-educare i nostri figli, accompagniamoli nel difficile tratto di vita che è l’adolescenza, stiamogli vicino ascoltiamo i loro desideri, rintracciamo le loro aspirazioni, correggiamo le loro devianze, non assecondiamo le loro richieste dettate dal consumismo, ma piuttosto torniamo a dare tempo ai nostri figli. Sì, dare amore è dare tempo a chi si ama». «Mi auguro – afferma – che come comunità di San Valentino Torio, in tutte le sue componenti, possiamo davvero tornare ad investire sull’educazione forte e serena dei nostri figli, con cammini specifici per la loro età».

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