ABUSI SESSUALI

Il paramedico pedofilo di Campagna resta in silenzio dinanzi al gip

Il 40enne si è avvalso della facoltà di non rispondere

CAMPAGNA - È stato interrogato dal magistrato e si è avvalso della facoltà di non rispondere, il paramedico quarantenne di Campagna accusato di abusi sessuali ai danni dei nipotini. L'uomo, ora in carcere a Vallo della Lucania, si messaggiava con i ragazzini e con loro aveva contatti frequenti, quasi come se ci fosse un rapporto sentimentale a distanza. Gli abusi sessuali sono avvenuti - secondo le indagini della procura di Salerno - quando l'uomo veniva a Battipaglia durante il periodo di ferie in estate. La lontananza non era un'occasione di distacco perché l'uomo era sempre presente nelle loro giornate grazie ai mezzi telematici. Quella portata alla luce dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Battipaglia, guidata dal maggiore Erich Fasolino, è una squallida storia di abusi sessuale in ambienti familiari. A tradirlo sono stati proprio i suoi frequenti messaggi con i nipotini, il cui tenore non lasciava equivoci. L'uomo aveva - in mente sua - avviato una deviata storia sentimentale con le giovani vittime, comportandosi proprio come un fidanzatine a distanza, disperato per la lontananza. Frustrazione che sfogava in atti sessuali quando tornava a Battipaglia per le vacanze. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il quarantenne si approfittava dei nipotini che venivano affidati a lui dai genitori che mai potevano immaginare i comportamenti deviati del loro familiare. In più occasioni, tra la primavera del 2015 e l’estate dello scorso anno, l'uomo avrebbe costretto i due bambini a compiere e subire atti sessuali. I rapporti sarebbero avvenuti a Battipaglia e a Capaccio. Le vittime all'epoca dei fatti non avevano ancora neppure 14 anni. Quel terribile segreto lo hanno conservato per mesi perché avevano paura. Soprattutto perché lo zio da Roma li messaggiava di continuo, distogliendoli dall'idea di svuotare il sacco. I loro comportamenti, talvolta cupi e solitari, e quella fitta corrispondenza telematica hanno però fatto scoprire gli abusi. Gli inquirenti sono riusciti a vincere le paure dei bambini e a mettere insieme brandelli via via sempre più consistenti della storia. Sono stati gli elementi di prova raccolti dagli inquirenti a portare all emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Salerno Stefano Bemi Canard su richiesta del sostituto procuratore Elena Cosentino, incaricata di seguire la delicata indagine.