OMICIDIO A SAN LEONARDO

Il panettiere “testimone” e le lacrime di una nipote

Giovanni Camera fra i primi ad entrare nell’abitazione: «Le macchie? Ovunque»

SALERNO - «È venuta qui la loro nipote piangendo e chiedendomi di correre a vedere quello che era successo: sono entrato e mi sono accorto della tragedia che era accaduta». A parlare è Giovanni Camera , panettiere che ha la sua attività al confine con l’abitazione delle sorelle Martino. È stato lui uno dei primi, dunque, a trovare Maria senza vita e Adele gravemente ferita. Le anziane sono anche proprietarie del locale della panetteria, con Camera c’è una conoscenza approfondita. «Vengo presto ad aprire la mattina o in piena notte - specifica il fornaio - . Sono solito vendere che i cani della signorine Martino girare liberi nel cortile della loro abitazione. Ieri mattina, però, i cani erano “allacciati” (tenuti al guinzaglio, ndr ). Quindi questa tragedia dovrebbe essere avvenuta presumibilmente sabato, nel tardo pomeriggio o in serata. Le signorine, infatti, sono solite liberare i cani prima di andare a dormire e salire negli altri ambienti della palazzina». Il panettiere ricorda quanto ha visto ieri, intorno alle 7,30: «Con la nipote mi sono avviato verso l’ingresso della palazzina e, appena entrato al pian terreno, c’era del sangue in diversi punti. Da qui la decisione di non andare oltre e di attendere le forze dell’ordine».

Nella zona di via San Leonardo, all’altezza del Ruggi, molti sono i residenti anziani: «Le conosco da quando sono nate. Hanno sempre vissuto lì dove un tempo il papà gestiva un mulino - spiega un coetaneo delle due donne - . Non hanno avuto mai problemi, una famiglia rispettabile che è sempre stata in quello stabile, senza mai allontanarsi. Il fratello ingegnere lavorava a Napoli in un’importante azienda automobilistica ed è molto stimato ».

Di fronte la palazzina al civico 164 chiesa San Leonardo dove abitano i Martino, c’è un fruttivendolo: «Sono persone molto discrete. La più giovane delle sorelle utilizza ancora l’auto. Venivano poco da noi, nella nostra attività, perché avevano un loro orto dove coltivavano ciò che serviva alle loro necessità».

Sempre di fronte c’è un negozio dal quale sono state acquisite le registrazioni del sistema di videosorveglianza: «Conosciamo bene le signore Martino - afferma il titolare - . Sono nostre clienti per fare delle fotocopie o per piccoli acquisti di materiale di cancelleria. Sono simpatiche e molto arzille, tanto che molti di noi si meravigliavano come alla loro età potesse essere così vitali». E se c’è sicurezza in zona, il negoziante risponde: «Il 16 giugno scorso è stato rubato il furgone che utilizzavamo per il lavoro davanti alla nostra attività... ».

Un altro residente anziano sulla sicurezza in via San Leonardo dichiara: «Problemi particolari non ne abbiamo mai avuto. Qualche volta si è registrato qualche furto in abitazione, nei negozi qui vicino, noi riteniamo da parte di qualcuno che proviene da alcuni quartieri difficili che ci sono non lontani dalla nostra zona ». E la moglie aggiunge: «L’episodio più grave qui si è verificato poco dopo il ponte della tangenziale, al civico 133 di via San Leonardo, nel giugno del 2020, quando una badante ucraina fece entrare in casa tre uomini per rapinare l’anziana che doveva assistere, portandole via 500 euro. In quel caso la palazzina è lontana dalla strada principale, mentre dove abitano le signorine Martino è su via San Leonardo, una delle più trafficate dalla città, con un continuo via-vai anche di forze dell’ordine. Per questo speriamo che non si tratti di un furto o di una rapina, perché sennò veramente non saremmo più tranquilli».

(sdn)