LA STRUTTURA

Il PalaSalerno? È una tela di Penelope

Ennesimo stop al progetto del nuovo palazzetto dello sport in via Allende: annullato l’affidamento di verifica esecutiva

SALERNO - Sta diventando una tela di Penelope il nuovo Palazzetto dello sport: quando sembra che ormai l’iter sia avviato, tutto viene disfatto. E si ricomincia daccapo. Questa volta ad essere revocata è la gara per per l’affidamento dei servizi di verifica della progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva.

Un’interruzione che è stata decisa a partire dal fatto che il progetto del nuovo Palasalerno inizialmente doveva costare 8,5 milioni, poi, i progettisti si sono resi conto che per far in modo che fosse omologato anche per campionati nazionali le strutture e le dimensioni dell’impianto dovevano essere cambiate, per cui si è passati a oltre 27,5 milioni di euro (sempre di fondi europei erogati dalla Campania).

Non bastasse, l’aumento ulteriore dei costi, come si precisa nella determina di revoca della gara, “è , imputabile a un intervento di bonifica preliminare dell’area, finalizzato al recupero dell’esistente”. E, anche rispetto alla specifica gara di affidamento del servizio di verifica della progettazione, la cifra messa a base della procedura negoziale è mutata perché, nel frattempo, è cambiato l’importo complessivo dei lavori, come si precisa, «aumentato in maniera considerevole ». Il quadro, però, stando alle rassicurazioni che arrivano dall’assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, Michele Brigante «non è affatto preoccupante. Evidentemente - spiega ci sono state società che hanno posto ulteriori richieste di chiarimenti rispetto ai requisiti, quindi, per evitare ricorsi successivi, gli uffici hanno bloccato tutto nelle more delle ulteriori verifiche. Ma si tratta di questioni tecniche che non comporteranno ritardi clamorosi. Per il resto, le fasi legate alla progettazione vanno avanti».

Eppure, si tratta dell’ennesimo intoppo che questo progetto si ritrova sulla strada verso la realizzazione. Ma il paradosso è che il progetto originario firmato dall’architetto e designer Tobia Scarpa (per cui erano partiti anche i lavori) era stato fermato perché troppo imponente e, soprattutto, eccessivo per quanto riguarda la previsione dei costi.

Così, quel rudere a due passi dallo stadio “Arechi” è diventata una delle incompiute fino a quando, proprio il presidente della Campania, Vincenzo De Luca , l’ha rianimato, rilanciando la «necessità strategica» di questo impianto che doveva ricordare «l’Allianz Arena di Monaco ». E, infatti, la redazione del progetto è stata affidata allo studio “Gau Arena”, guidato dall’architetto Gino Zavanella (lo stesso che ha realizzato il colossale “Allianz Stadium” di Torino), che si è aggiudicato la progettazione e i lavori dell’impianto di via Allende. Nella presentazione, i progettisti mostrarono i rendering di un impianto polifunzionale dedicato allo sport e agli eventi, con una copertura semitrasparente dotata di pannelli solari, all’esterno ceramiche che reagendo all’aria, producono ossigeno come gli alberi; all’interno sediolini che danno la sensazione di un tuffo in mare e una capienza compresa fra un massimo di 5.366 a un minino di 4.678 posti (fino a 6.600 spettatori per gli eventi).

Tuttavia, fin dai primi sopralluoghi, i progettisti hanno rilevato che per avere un impianto omologabile anche per gare internazionali, fossero necessarie opere aggiuntive, con la conseguente maggiorazione dei costi. Il progetto del nuovo PalaSalerno che doveva rivedere e correggere le idee “faraoniche” di Scarpa e ridimensionare anche l’investimento, in realtà è ancora più mastodontico e complicato. Conti alla mano, rispetto al progetto di Scarpa che aveva un costo di 25 milioni ora la spesa è lievitata di altri 10.

(e.t.)