IL PROVVEDIMENTO

Il nuovo codice antimafia è legge: misure più strette

Tutte le novità della norma approvata dal Governo

ROMA - Il nuovo codice antimafia è legge. Con 259 voti a favore la Camera ha approvato la riforma che punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale, rende più trasparente la scelta degli amministratori giudiziari, ridisegna l'Agenzia per i beni sequestrati e include corrotti, stalker e terroristi tra i possibili destinatari dei provvedimenti. Punto contestato, quest'ultimo, su cui però è passato anche un ordine del giorno che impegna il governo a rivedere l'equiparazione mafioso-corrotto. Soddisfatta, dopo il via libera alla riforma, la presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi: "E' un regalo al Paese". Per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando è una "svolta", ci saranno "più strumenti contro la mafia e più trasparenza". Sono quasi 20 mila i beni confiscati alle mafie, tramite sequestro preventivo, a cui si aggiungono 2.876 aziende. Altri 20 mila i beni confiscati (tra terreni, aziende e immobili) con procedimenti di natura penale. Immenso il valore: quasi 30 miliardi, ma oltre il 90% oggi fallisce. Queste in dettaglio le misure previste dalla nuova norma. Si allarga la cerchia dei possibili destinatari di misure di prevenzione: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) - anche in atti giudiziari - e concussione. L'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali è resa "più veloce e tempestiva" prevedendo una "trattazione prioritaria". Nei tribunali dei capoluogo sede di corte d'Appello si istituiranno sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva i procedimenti. Introdotto l'istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose. Viene modificato il procedimento di nomina e revoca dell'amministratore giudiziario di beni confiscati: l'incarico non potrà essere dato a parenti né a "conviventi e commensali abituali" del magistrato che lo conferisce. Per favorire la ripresa delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l'anno e misure per aiutare la prosecuzione delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro. Gli imprenditori del settore matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell'azienda e la possibilità di un supporto tecnico gratuito.