la protesta

“Il nostro ospedale non si tocca”

Uno striscione dei giovani di Rifondazione esposto al nosocomio

“L’ospedale non si tocca”. Non lascia spazio ad alcuna interpretazione il testo dello striscione che i giovani della sezione cittadina di Rifondazione Comunista, insieme al loro consigliere comunale Michele Mazzeo, hanno lasciato penzolare, nei giorni scorsi, da una delle finestre del “Santa Maria dell’Olmo”. Tale atto ha il duplice obiettivo di catalizzare l’attenzione sul rischio chiusura del nosocomio cittadino e, nel contempo, di lasciare intendere che, se questa ipotesi dovesse concretizzarsi, la città alzerà le barricate per opporsi a tale decisione.

Sulla problematica dell’ospedale aveva puntato i riflettori, qualche settimana fa, la segretaria provinciale della Cgil sanità, Margaret Cittadino, la quale aveva evidenziato la causa principale del rischio chiusura, ossia la grave carenza di personale di cui soffrono, in particolare, alcuni reparti del “Santa Maria dell’Olmo” che fa parte dell’azienda universitaria ospedaliera “Ruggi D’Aragona”. Tra questi spicca il caso della rianimazione che, a causa della mancanza di operatori, ha decurtato i servizi offerti del 50%. I posti letto, infatti, sono passati da sei a tre. A fare andare avanti il reparto, come sottolineato dalla sindacalista, sono rimasti solo dieci infermieri. Ciò dopo il venir meno di sei operatori che negli ultimi mesi, tra pensioni e mobilità, hanno lasciato la divisione. A soffrire, poi, è anche il pronto soccorso che riesce ad espletare la sua attività grazie ad un uso smodato dello straordinario, mentre l’unica isola abbastanza felice, secondo la sindacalista, sembra essere la pediatria.

Intanto continuano i colloqui dell’amministrazione con l’ente regionale. Nei giorni scorsi il sindaco Marco Galdi ed i componenti del tavolo comunale sulla sanità hanno chiesto una convocazione urgente della commissione regionale sanità.(a.c.)

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