LA STORIA

Il nonno accudiva il nipote: la sua pensione al ragazzo

No dell’Inps alla reversibilità dopo la morte del comunale: verdetto ribaltato

SALERNO - Quasi 2mila giorni di pensione. E tanti altri in attesa di un responso arrivato lo scorso 23 novembre dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania. È il tempo che c’è voluto affinché un giovane salernitano vedesse riconosciuto un suo diritto negato per lungo tempo dall’Inps: vedersi assegnata la pensione di reversibilità del nonno che lo aveva cresciuto. Che era riuscito ad accudirlo, superando anche le difficoltà economiche dei suoi genitori. Una decisione che, nel solco di precedenti pronunce degli scorsi anni, mette tutto in ordine in una storia come tante altre, quelle di una famiglia finita in difficoltà economica e costretta ad affidarsi ai nonni per poter dare una vita dignitosa a un proprio figlio. Un nonno, in questo caso. Che anche dopo la morte consentirà a questo ragazzo di vivere la propria esistenza con minori affanni dopo il riconoscimento della pensione di reversibilità.

La richiesta e il “silenzio” dell’Inps. La pronuncia dei giudici contabili è arrivata nelle scorse settimane dopo una lunga battaglia. La madre del ragazzo, infatti, ha presentato il ricorso dopo la sentenza del tribunale di Napoli che, il marzo del 2021, aveva dichiarato il suo difetto di giurisdizione per questa controversia, riassumendo il ricorso davanti alla Corte dei Conti. Che riepiloga tutto il fatto: il genitore, ex dipendente del Comune di Salerno, aveva provveduto in maniera abituale al mantenimento del figlio, essendo i due genitori entrambi disoccupati e privi di reddito. Una situazione difficile a cui - si legge nella sentenza - si era arrivati dopo il tentativo infruttuoso del padre del ragazzo di avviare un’impresa artigiana. E la madre del giovane, dopo il decesso dell’ex comunale salernitano avvenuto il 19 gennaio del 2017, aveva presentato all’Inps una richiesta affinché la pensione di reversibilità del padre fosse assegnata al figlio. Una domanda rimasta inevasa: dall’Inps, infatti, non è arrivato alcun riscontro. E, per questo, è partito il lungo contenzioso, arrivato quattro anni dopo davanti alla corte dei conti con cui veniva chiesto di «accertare e dichiarare il diritto alla costituzione in favore del minore della pensione del nonno » con il contestuale «pagamento di tutti i ratei dalla data del decesso e fino al compimento della maggiore età» del ragazzo. L’avvocatura dell’Inps si è costituita nel procedimento, evidenziando un difetto di legittimazione perché il ragazzo - nel frattempo - è diventato maggiorenne ma anche il rigetto per assenza di prove della vivenza a carico dell’ex dipendente comunale.

La decisione dei giudici. La sezione della Corte dei Conti regionale presieduta da Francesco Albo ha immediatamente respinto il difetto di legittimazione evidenziando la costituzione tardiva da parte dell’Inps ma anche sottolineando che la richiesta per la pensione di reversibilità è relativa soltanto al periodo in cui il ragazzo era minorenne. E, dopo aver esaminato tutta la documentazione, il giudice ha evidenziato che il ricorso è fondato e che, dunque, il ragazzo potrà avere il pensione di reversibilità del nonno dal giorno del suo decesso (19 gennaio 2017) fino a quello del compimento della maggiore età (11 giugno 2022). Ben 1969 giorni di “arretrati”, dunque, dovranno essere bonificati al ragazzo assistito dall’avvocato Vincenzo Gargiulo . La Corte dei Conti motiva la decisione sottolineando che «l’inclusione dei nipoti nel novero dei soggetti aventi diritto a beneficiare della pensione di reversibilità trova fondamento nella sentenza della Corte Costituzionale del 20 maggio del 1999», con cui i nipoti minori venivano equiparati ai figli come “ascendenti assicurati”. Dunque «sono considerati destinatari diretti e immediati della pensione ai superstiti al ricorrere delle condizioni di non autosufficienza economica ». Insomma, l’unico criterio da soddisfare per poter “trasferire” la pensione dal nonno al nipote è l’accertata impossibilità dei genitori di provvedere al mantenimento dei figli. Una condizione che, così come è emerso dagli atti esaminati dalla Corte dei Conti, riguardava anche il nipote dell’ex dipendente del Comune di Salerno che, adesso, dovrà vedersi versati ben 1.969 giorni di pensione del nonno deceduto nel gennaio del 2017.

(al.mo.)