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Il museo archeologico “blindato” dalla Soprintendenza

LAURINO. È stato ultimato nel 2009 ma non è mai stato aperto al pubblico. È la triste storia dell’Antiquarium di Laurino. Un importante polo museale allestito all’interno dell’antico convento di...

LAURINO. È stato ultimato nel 2009 ma non è mai stato aperto al pubblico. È la triste storia dell’Antiquarium di Laurino. Un importante polo museale allestito all’interno dell’antico convento di Sant’Antonio con all’interno circa 400 reperti già sistemati in meravigliose vetrinette illuminate. Il progetto è costato decine di migliaia di euro al Comune ma non è mai decollato. «Manca l’ok della Soprintendenza – spiega il sindaco di Laurino Gregorio Romano – Pur essendo tutto pronto da anni non riusciamo ad aprirlo al pubblico. Abbiamo più volte sollecitato la Soprintendenza – ribadisce il primo cittadino – ma senza ottenere alcun risultato. Il Comune ha dato la massima disponibilità, anche a costo di farsi carico di tutte le spese di gestione ma, nonostante ciò, non abbiamo raccolto segnali positivi».

«Avevo personalmente proposto un accordo – ricorda il sindaco - in cui il Comune garantiva per l’apertura della struttura con personale qualificato per 8 ore al giorno, per tutto l’anno». Ma oggi è ancora tutto fermo. La struttura è attualmente sigillata e l’accesso non è consentito neppure al sindaco e ai tecnici del Comune. «Non mi è dato sapere cosa c’è all’interno. Come Comune – spiega Gregorio - non abbiamo mai avuto le chiavi. Ora però siamo stanchi. I cittadini hanno il diritto di poter visitare l’Antiquarium ed ammirare i reperti raccolti nei siti di interesse del nostro Comune».

I reperti archeologici presenti nell’Antiquarium sono stati rinvenuti in diverse campagne di scavo effettuate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino e, dopo la fase di catalogazione e studio, potrebbero essere finalmente presentati al pubblico. Si tratta in larga parte di frammenti di vaso ma anche di strumenti litici, resti faunistici e paleobotanici che appartengono al periodo compreso tra il Neolitico finale e la fine dell’età del bronzo. La gran parte dei reperti proviene dall’insediamento di San Giovanni di Laurino ma anche da Pruno e dalla grotta dei Fraulusi. «L’intento dell’amministrazione – spiega il sindaco – è quello di costituire un polo museale tutto rivolto alla conservazione e alla fruizione, anche attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie, dei reperti archeologici ritrovati a Laurino e nell’Alta Valle del Calore».

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