Il muro che “nega” il mare rischia di finire in Procura 

La palizzata sulla spiaggia della Baia all’attenzione della commissione trasparenza mentre sempre più sentenze dei giudici “liberano” l’accesso agli arenili

Il caso del “muro della Baia”, la palizzata in legno eretta per dividere la spiaggia libera da quella dell’omonimo lido, approda in commissione Trasparenza. Questa mattina sarà ascoltato il direttore del settore Trasformazioni urbanistiche del Comune di Salerno, Davide Pelosio, per avere dei chiarimenti. «Bisogna capire innanzitutto quel muro su che territorio insiste – ha spiegato il presidente della Commissione, Antonio Cammarota – e poi se il Comune di Salerno intende fare qualcosa. Potrebbe partire anche una denuncia alla Procura della Repubblica e alla Capitaneria di porto perché non è concepibile che sia stata eretta una cosa del genere». Dal Comune finora nessuno ha detto niente. Quindi bisognerà capire se i gestori del lido si sono rivolti agli uffici del comune capoluogo o a quelli di Vietri sul Mare. E, nel primo caso, capire chi ha dato gli eventuali permessi e perché. La questione, quindi, è destinata a non terminare brevemente e potrebbe prendere anche risvolti giudiziari.
Quello che balza agli occhi è che proprio nel momento in cui i giudici “liberano” l’accesso al mare, a Salerno lo si impedisce non con un semplice divieto ma erigendo un vero e proprio muro. Una serie di sentenze, infatti, emesse proprio in Campania, ma anche nel Lazio e in Sardegna, ha stabilito che un bagnante può liberamente superare l’ingresso di uno stabilimento, stendere il suo asciugamano sulla battigia, purché sia entro i cinque metri dal mare, e poi tornarsene a casa. Sono almeno due anni che i giudici si sono espressi più volte sulla libertà per il bagnante di poter raggiungere la spiaggia. L’ultima spinta è arrivata da tre sentenze.
La prima è stata emessa in Sardegna per la località di Marina di Gairo. La seconda proprio dal Tar Campania e riguarda Castel Volturno: i giudici hanno spiegato che la Giunta comunale potrà obbligare i titolari di concessione a creare un accesso pedonale per chi deve raggiungere la spiaggia libera a ogni ora del giorno e della notte. La terza sentenza è stata emessa direttamente dal Consiglio di Stato. I magistrati hanno dato ragione all’Amministrazione di Ostia che aveva aperto dei varchi con le ruspe. È chiaro da queste sentenze che molto dipende anche dalle decisioni prese dall’amministrazione comunale in cui quel litorale ricade. In una recente intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”, Gianpiero Cirillo, presidente della sezione del Consiglio di Stato che sentenzia su queste materie, ha dichiarato in merito all’accesso al mare: «Potremmo dire che ormai è un bene costituzionalmente garantito, una cosa comune per godere della quale i cittadini non possono essere costretti a fermarsi davanti a barriere invalicabili». Barriere invalicabili, proprio come può essere un muro con palizzate in legno alte tre metri.
Angela Caso
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