Il monito di Moretti: «Basta con le divisioni»

Dopo il caso San Matteo e l’assenza di De Luca, arriva dall’arcivescovo di Salerno l’invito a seguire la testimonianza del Patrono evitando le inimicizie e le frammentazioni

«Rifondare i parametri della vita di tutti i giorni, favorire una logica solidale e non scissionista». È questo il monito lanciato ieri sera da monsignor Luigi Moretti nel corso del rito liturgico officiato al Duomo per la festività di San Pio. A soli due giorni dalla processione di San Matteo, di cui si ricorda soprattutto l’assenza del sindaco Vincenzo De Luca, l’arcivescovo ha voluto fare esplicito riferimento alla vita di tutti i giorni invitando tutti i fedeli, più o meno illustri, a «vincere la schiavitù dal peccato preferendo la riconciliazione».

«Non fate a gara a chi è più furbo – ha suggerito monsignor Moretti dall’altare – costruite rapporti sani e pacificate quelli che non si ispirano alla solidarietà ed all’amore. Ricostruite una dimensione unitaria evitando inimicizie e frammentazioni. Il più grande non è il primo, ma l’ultimo perché è colui che si fa carico di tutti senza escludere nessuno». Inevitabile che il pensiero di molti sia corso a quanto accaduto proprio in occasione della processione di San Matteo. Le parole di Moretti – pur non facendo esplicito riferimento allo screzio avvenuto al Duomo fra De Luca ed il presidente del consiglio provinciale Fernando Zara nella mattina del Pontificale, per una questione di cerimoniale e posti a sedere – suonano come un invito pacato ma perentorio a chi «non fa propria la logica del Signore non evitando le frammentazioni». Tanto più che l’arcivescovo ha aggiunto poco dopo che «è necessario dare sostanza alle cose senza soffermarsi sulla forma», spiegando che la sapienza, quella vera, viene dall’alto. Parole suonate come una censura per chi si attarda su questioni di cerimoniale, e che si associano all’invito a far prevalere una logica di pacificazione sulle divisioni e gli attriti. «Il perdono – ha rimarcato il presule – non può essere legato al giudizio. Non guardate agli altri, non aspettate di ricevere una telefonata ma fatela, per entrare nella logica unitaria che il Signore ci vuole insegnare. Questa è la testimonianza di San Pio e anche del Santo Patrono Matteo, siate conduttori di pace e vedrete che la misericordia di Dio saprà ripagare di tutto».

Una lezione di vita, più che un classico sermone, quella che l’arcivescovo ha voluto offrire alla folla che ha gremito ieri sera le navate del Duomo. Nessun riferimento chiaro alla politica o alle questioni ad essa strettamente correlate, ma a volte un messaggio “subliminale”, tanto più se pronunciato dall’altare di una Cattedrale, può essere più efficace rispetto a un monito esplicito. In attesa che chi ha orecchie per intendere lo faccia.

Carmen Incisivo

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