maglificio nella villa confiscata ai graziano

Il monito di don Ciotti «La politica si muova»

QUINDICI. Nella villa-bunker confiscata ai boss della famiglia camorristica dei Graziano si produrranno maglie destinate alle forze dell’ordine. Ieri l’inaugurazione del maglificio che sorge a...

QUINDICI. Nella villa-bunker confiscata ai boss della famiglia camorristica dei Graziano si produrranno maglie destinate alle forze dell’ordine. Ieri l’inaugurazione del maglificio che sorge a Quindici e che porterà il nome di Nunziante Scibelli, una vittima innocente della faida tra i Cava e i Graziano.

Tra i primi sette lavoratori, selezionati attraverso un avviso pubblico dalla cooperativa Oasiproject che gestirà il maglificio «100Quindici Passi» per la realizzazione di maglieria tecnica destinata alle forze dell’ordine, c’è Sebastiano Scibelli, fratello di Nunziante, che nel 1991 era poco più di un bambino. Alla vigilia dell’inaugurazione, nella notte tra lunedì e martedì, erano stati sparati cinque colpi di fucile contro il cancello di ferro esterno della villa che è ad alcune centinaia di metri dal centro abitato di Quindici. Ieri a Quindici, infatti, dopo la visita del vice ministro Filippo Bubbico, sono arrivati il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosi Bindi, e numerosi parlamentari. Con loro i vertici regionali di carabinieri e polizia di Stato e numerosi magistrati della Dda di Napoli.

Tutti assieme per lanciare un chiaro segnale, come la stessa Bindi ha sottolineato, ringraziando istituzioni, associazioni come Libera e volontari: «Quando lo Stato e le istituzioni vogliono, quando la società reagisce, le intimidazioni vengono respinte e su questo percorso è possibile sconfiggere le mafie». Il maglificio «100Quindici Passi» è nato dall’idea di Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti. Don Ciotti ha detto: «Liberarsi dalla mafie e riscattare la bellezza dell’etica pubblica. Per questo sarebbe un fondamentale passo in avanti, una nuova legge sulla confisca e il riutilizzo dei beni ai poteri criminali. Ci sono proposte che giacciono da due anni, frutto di un lavoro che tiene conto delle fragilità del sistema. Ora bisogna che la politica si dia una mossa».

©RIPRODUZIONE RISERVATA