«Il mio lavoro? Fare la fila per conto terzi»

Il codista insegna agli altri i segreti: «Questo mestiere l’ho inventato io iniziando da un volantino»

La coda agli uffici postali non lo spaventa, anzi lo diverte, perchè gli consente di ascoltare musica, leggere gli sms. Ma soprattutto di lavorare. Ma come, in fila al catasto o al comune? Sì il suo lavoro è proprio stare in coda, anzi fare la coda per conto di altri, perdere lui tempo e farlo guadagnare a qualche donna in affanno tra famiglia e lavoro, qualche anziano che proprio non ce la fa a stare in piedi per ore, a qualche manager che non ha mai tempo. Questi sono i clienti tipo di Giovanni Cafaro, un salernitano trapiantato a Milano, che si è inventato il lavoro di codista e che oggi è a Salerno per fare un corso di formazione dalle 9 alle 17.30. Ma che formazione ci vuole per fare il codista? «E’ un mestiere che non si può improvvisare - spiega Cafaro - Io insegno come farlo, dicendo a chi viene ai miei corsi che non tutti possono fare questo mestiere: ci vuole calma, ci vogliono doti caratteriali tipo l’organizzazione, l’affidabilità. Il cliente insomma si deve fidare». Cafaro 43 anni è di quelli che un lavoro se l’è letteralmente inventato, prima di lui il codista non esisteva, non era una figura professionale riconosciuta da un contratto, non esistevano corsi e formazione. Insomma non c’era scampo alla coda. «Ero responsabile marketing di un’azienda di abbigliamento a Milano - spiega Cafaro - sono rimasto senza lavoro. L’ho cercato per sei mesi, mi dicevano che assumevano solo stagisti». Così si è rimboccato le maniche cominciando da un semplicissimo volantino lasciato sulle auto in sosta a Milano con sopra scritto “La tua coda allo sportello? Da oggi la prendo io”. In questa storia non è mancata la fortuna. «Il volantino è finito su un’auto di una giornalista del Corriere it- spiega Cafaro - Si è incuriosita, mi ha intervistato ed è iniziata la notorietà». Cafaro prende dieci euro all’ora, «conteggiate da quando entro a quando esco dall’ufficio», poi diligentemente nel pomeriggio rivede il cliente per consegnare ricevute e bollette. Ovviamente il lavoro dipende anche dalle scadenze, ci sono periodi in cui alle poste passa davvero le ore. Il suo sogno? «Fare una rete di agenzie di servizi in franchising a suo nome» dice.

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