i ricordi

«Il mio esame di maturità? Era l’anno dei Mondiali...»

Per chi l’ha sostenuta negli anni pari è immancabile il riferimento al calcio

La notte prima degli esami porta sempre con sé qualcosa di magico e di misterioso ed è forse uno di quei giorni che, anche a distanza di tempo, ricordiamo per tutta la vita. È stata cantata, celebrata e raccontata nei film, ma forse la verità è che sono pochi gli studenti che in questa notte avranno vissuto per davvero storie avventurose d’amicizia e d’amore. Molti, al contrario, si saranno rintanati in casa per cercare la giusta concentrazione e ripassare tutto quello che potrebbe essere oggetto della prima prova scritta. Tra la ricerca della serenità e le ultime sessioni di studio, secondo una statistica, almeno due studenti su tre avranno trascorso la nottata con gli occhi sbarrati. Ma la maturità 2016, con il suo hashtag ad hoc, è anche tra gli argomenti di discussione più gettonati sui social dove, da ormai parecchi mesi, i maturandi si confrontano tra loro. Dando origine, tra l’altro, a vere e proprie chicche in 160 caratteri. Il trend di questi giorni sui social, però, è l’hashtag #questanotteèancoranostra, anche se per l’occasione sono state create delle pagine come, ad esempio: “Maturità 2016 - Tocca a me” che conta più di 130mila like. Tra riti scaramantici, diete fatte per l’occasione, benedizioni 2.0 – di penne, vocabolari e calcolatrici – e relax sarà per tutti gli studenti cresciuti a pane e internet, una “Notte di lacrime e preghiere” come cantava Antonello Venditti nel lontano 1984. E se da un lato è proprio vero che gli esami non finiscono mai, dall’altro è anche vero che di “Notte prima degli esami” ce n’è una sola ed è difficile da dimenticare. Abbiamo chiesto ad alcuni personaggi di spicco della vita salernitana di raccontarci il loro esame.

Dante Santoro. «Quando ho affrontato l’esame ricordo che era l’anno degli Europei di calcio» racconta Dante Santoro, consigliere comunale di opposizione, e sorride ritornano indietro con la memoria. Diplomatosi nel 2008 al liceo classico “Torquato Tasso” di Salerno, si lascia andare al ricordo della sua notte prima degli esami: «L’ho vissuta con estrema tranquillità, sono uscito con dei miei compagni di classe per un aperitivo ma non ricordo a che ora sono rientrato. Essendo però una persona per niente ansiosa ricordo che mi sono ritrovato a dover aiutare i miei colleghi ad affrontare lo stress. Portai una tesina sui regimi totalitari, ovviamente dando la mia visione» e ride pensando a un aneddoto: «Ricordo che uscì Greco, come seconda prova, e la collaborazione fu massima da parte di tutti». Insomma, una versione fatta in cooperativa. «All’orale una professoressa mi chiese cosa avrei voluto fare da grande. E io risposi il sindaco». Otto anni dopo ci ha provato, ed è entrato in consiglio comunale.

Pasquale Longo. Docente al dipartimento di Chimica e Biologia dell’Università di Salerno, anche Pasquale Longo lega l’anno della sua maturità al ricordo di una manifestazione sportiva: «Era il 1974, era l’anno dei Mondiali di calcio e posso dire che facemmo una pessima figura». Quanto agli esami di Stato, racconta: «Mi sono diplomato all’ex istituto tecnico industriale “Avogadro” (l’attuale “Focaccia”, ndr), e all’epoca ricordo che si facevano due scritti e due orali». Si sforza un po’ per ricordare oltre allo scritto di Italiano quale avesse sostenuto: «Forse quello di Impianti chimici ma non ne sono sicuro. Rispetto a oggi noi non portavamo nessuna tesina. Però c’era qualcuno che si portava la mitica cartucciera in cui infilava dei mini temi. Il primo luglio cominciavano gli orali, invece, e ricordo che alternavo le sessioni di studio alle partite da seguire in tivù».

Mauro Maccauro. Anche per i presidente di Confindustria Salerno coincise con campionati mondiali di calcio, quelli di Italia ’90, e la concomitanza tra partite e impegni per la preparazione degli esami di Stato rese lo studio ancora più impegnativo. «In quegli anni c’era la commissione esterna – spiega Mauro Maccauro, diplomatosi al liceo classico “Vico” di Nocera Inferiore – Ricordo che agli esami mi presentai con i miei supporti, niente a che vedere con quelli tecnologici che utilizzano oggi i ragazzi e che vedo usare anche da mia figlia. Per il tema di italiano scelsi la traccia d’attualità legata alla caduta del muro di Berlino avvenuta l’anno prima: era un argomento che ci aspettavamo». Maccauro si ferma un attimo nel racconto e poi, entusiasta, ammette: «Credo di avere ancora qualche bozza conservata e qualche appunto».

Vincenzo Napoli. Era il 1967 quando Vincenzo Napoli si apprestava a salire, per l’ultima volta, la scalinata del liceo classico “Tasso” di Salerno. «Ricordo che non avevo nessuna ansia per gli scritti e che quello era l’ultimo anno in cui si portavano tutte le materie. E poi c’erano i “riferimenti”, ossia pezzi di programma scolastico studiato negli ultimi tre anni che potevano essere chiesti durante gli orali». Oltre agli eventi, alla memoria del sindaco di Salerno tornano soprattutto le persone: «Ricordo che c’era il professore Coiro, di Filosofia, come membro interno. Più che un professore l’ho sempre reputato al pari di un maestro. Una grande persona di elevato spessore culturale».

Francesca Ragone. La riccioluta personal look maker Francesca Ragone, vera e propria “influencer” tra le giovanissime e sui social, si è diplomata nel 1998 al liceo scientifico “Severi”. «Sono sempre stata una persona molto istintiva» puntualizza. E aggiunge: «Le mie amiche preparavano la cartucciera mentre io no. Non sono mai stata una secchiona». E sorridendo continua a raccontare il suo esame come se fosse accaduto ieri: «Arrivai tutta abbronzata a scuola e con un mini top. Ricordo che i miei amici, invece, erano ancora bianchi, segno che avevano trascorso il tempo sui libri».

Elisa Macciocchi. «Subito dopo gli orali – racconta Elisa Macciocchi, presidente di Legambiente Salerno – ricordo di essermi girata e di aver visto dei miei amici e il mio fidanzatino dell’epoca con la borsa da mare che mi incitavano ad alzarmi e ad andare; segno che l’estate per me stava ufficialmente per cominciare». Ma i ricordi legati a quel periodo sono tanti: «La maturità è come la fine di un ciclo di vita fatto di abitudini. All’epoca abitavo in un piccolo paesino in provincia di Avellino e ricordo che avevamo dei veri e propri riti, io e i miei compagni di classe: il caffè al solito bar, l’autobus delle 7 che ci portava a scuola, insomma la maturità segna la fine di un percorso». Quanto alla prova vera e propria, racconta: «Feci come prova scritta d’italiano il tema sulla Shoa, argomento che portai anche nella tesina, e fui così esaustiva che il commissario esterno mi chiese se fossi ebrea» conclude sorridendo.

Ciro Bisogno. «Cosa ricordo dell’esame? I miei compagni che mi dicevano: “Hai fatto?”». Esordisce così l’avvocato Ciro Bisogno, presidente di Hippo Basket Salerno, ricordando il diploma classico conseguito 18 anni fa. «Uscì una versione di Greco, se non sbaglio Sofocle, semplice ma molto lunga e io ero uno di quelli addetto a tradurre per poi passare la versione a tutti. Nei momenti di distrazione dei docenti c’erano i classici bigliettini che volavano. Spesso con la scusa di andare in bagno ci scambiavamo appunti e temini fatti nei giorni prima». L’aneddoto ha qualcosa di scaramantico: «Ricordo che il giorno dell’esame alla pompa di benzina incontrai una mia ex professoressa che mi fece l’in bocca al lupo, beh non lo presi proprio come un augurio» e si lascia andare a una fragorosa risata.

Luna Palumbo. Sono ancora vividi nella mente di Luna Palumbo, i ricordi dell’esame di maturità: la cantante resa popolare dal talent “The voice” lo ha sostenuto sette anni fa. «Ricordo che il giorno dello scritto andai a scuola per la prima volta con la macchina, arrivando due ore prima per la paura di non trovare parcheggio». La logistica in questi casi conta, anche quando si è ormai in classe. «Durante le prove scritte mi sentivo quasi braccata da professori dal momento che stavo al primo banco. Ricordo che i docenti erano molto rigidi, ma durante la terza prova una professoressa ci fece capire con un occhiolino quale fosse la risposta giusta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA