Il Mercato rimane al centro dei programmi

Sant’Egidio verso il voto: il rilancio secondo Carpentieri, Nocera, Di Natale, Nappi e Strianese

SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO. Una volta dava “pane” a tutto il paese. Ora è un buco nero che mangia i soldi del Comune. È il mercato ortofrutticolo. È stato uno dei maggiori del meridione. Oggi è un’occasione naufragata. La struttura è messa male, gli operatori scappano. Il Comune non può permettersi di mantenerla a lungo, né può ristrutturarla. Ecco cosa intendono farne i candidati a sindaco.

Dice Nunzio Carpentieri: «È l’obiettivo primario per il prossimo mandato. Abbiamo fatto delle migliorie. Ma ora non è possibile che resti così. Occorre ammodernare la struttura. Abbiamo individuato due strade. Una è l’intervento radicale con un finanziamento regionale, l’altra quella di ricorrere a investimenti privati, allargando la superficie e affiancando agli stand nuove attività di richiamo».

Attacca Carmine Di Natale: «Non si può rilanciare se non si ristruttura. La strada, come indicato da De Luca, sono i fondi europei. Ma ho anche dato mandato di verificare se sia possibile costituire un’associazione, alla quale destinare il cinque per mille degli stessi operatori, che dovrebbe occuparsi di ristrutturazione e manutenzione».

Dice invece Giovanni Nappi: «Pensare a prodotti a km zero per aiutare e incentivare gli agricoltori. Va fatto un intervento che possa coinvolgere tutti e ridare splendore a un luogo che fu fonte di sostentamento per molte famiglie. Ora il parcheggio è una discarica, commercianti ed acquirenti devono affrontare disservizi ogni giorno». Sostiene Luigi Nocera: «Si deve riqualificare, è obsoleto, bisogna rilanciarlo anche con una piattaforma logistica. L’unica attività produttiva del Comune è in condizioni penose dal punto di vista strutturale e igienico. Va riqualificata con un progetto che veda uniti Comune e Regione. Ho fatto un patto coi cittadini: se da sindaco non lo avvio entro 700 giorni, me ne vado».

Anna Pia Strianese annuncia: «Abbiamo già proposto in giunta una privatizzazione. Una parte andrebbe destinata a un centro commerciale, per il quale abbiamo già un contatto, che in cambio della ristrutturazione ne avrebbe l’uso trentennale. Anche per i concessionari canone bloccato per 30 anni. Unica alternativa, i fondi europei».

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