le intercettazioni

Il mercato gestito solo dalla “Zia”

Una donna al vertice e gli acquisti della “roba” a Napoli

NOCERA INFERIORE. “Ma quale problema, ma come cazzo campate – lamentava la Ferrante, alias “a’zia” con i suoi fornitori napoletani - quello è un lavoro, come vogliono faticare questi, dieci giorni duecento grammi di roba, è un problema, Lello... non esiste, qua si portano i denari, non si portano le caramelle, un conto è che tu hai un bidone e un altro conto che tu dici, vedete, è un poco più lento, lunedì pomeriggio teniamo i soldi, quella la roba sta ancora qua”. Perché i problemi di solvibilità diventavano cambiali, minacce, giri di soldi che non tornavano, promesse e anche minacce.

“Mi credi – spiegava sempre lei ai suoi grossisti - 77 pagamenti non ho preso un soldo, a pesce fetente con uno, è successo il lutto, hai capito... ”. E in certi casi le cose si complicavano. Come per un debito di cinquemila euro con Lello che esortava a pagare. “Ti ho detto che te li do – giurava lei - non vengo meno, che vuoi, ti porto qualche figlio mio lì e poi me lo dai, come devo fare io, ho cacciato soldi per la famiglia di questo e non è mai successo un inconveniente”.

E Lello a rispondere sprezzante. “A me che me ne fotte di quello, Anna... non tengo niente da vedere”. Altro caso era legato a Raffaele Esposito, che poi avrebbe parlato per paura della sua vendetta. Allora per ottenere il pagamento dovuto, la Ferrante provò a parlare con tale “Mast’Aniello” per farlo intercedere. Mandando intanto sms di pagamento della Ferrante ad Esposito. Era il tredici settembre. Alle 14.38 gli scrisse “e il resto?”

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