Il Lago dei Cigni tra genialità e trasgressione

Ravello Festival: stasera l’atteso spettacolo di danza. Protagonista la ballerina e coreografa sudafricana Dada Masilo

RAVELLO. Arriva stasera (ore 21.30) sul Belvedere di Villa Rufolo uno spettacolo di danza che di classico ha solo il titolo, “Il lago dei cigni”, che della versione originale del 1895, su musiche di P. Cajkovskij e coreografie di Marius Petipa e Ivanov, conserva ben poco, a cominciare dai protagonisti, quali la ragazza cigno Odile-Odette che qui è un lui, un bellissimo ballerino in tutù di cui si innamora il principe Siegfried.

A firmare l'affascinante e trasgressiva coreografia è la giovane ballerina e coreografa sudafricana Dada Masilo, che del grande classico del balletto russo ha mantenuto la splendida musica ed il tema delle sembianze che nascondono il sembiante , imprigionato dalle cattiveria umana, che qui si trasfigura in omofobia, paura del diverso.

La rivisitazione del grande classico del balletto russo non è nuova nella cinematografia, basti pensare a “Billy Elliot”, pellicola di grande successo del 2000 ed al film premio Oscar del 2010 “Il cigno nero”.

Ma fino ad oggi nessun coreografo aveva osato tanto, trasformando Siegfried in un principe gay ed il cigno nero Odile in un uomo che volteggia su coreografie che vanno dalla danza classica ai movimenti ritmati e ancheggianti della tradizione africana. Ma Dada Masilo è una che esce dai paradigmi classici della grande danza per strapazzare i luoghi comuni e distruggere gli stereotipi perché sostiene che ballare il convenzionale non saprebbe trasmettere nuove emozioni. L’approccio iconoclasta con la vita, dunque, ha inesorabilmente finito col condizionare la sua arte di danzatrice e coreografa, che ha già incantato il pubblico con riletture dei classici, tra cui “Carmen” e “Romeo e Giulietta”.

Nata in Sudafrica, nella township di Soweto, la ventottenne artista, che incarna la fiaba della bambina povera che realizza i propri sogni, sarà protagonista sul palcoscenico di Villa Rufolo con una storia in cui le donne sagge dispensano consigli e divieti alla protagonista-cigno bianco, che soffre nel vano tentativo di condurre alle nozze un recalcitrante fidanzato: il Principe Siegfried. «Ogni volta che creo una coreografia è una sfida. Sono nata in una società multirazziale - spiega Dada Masilo - dove si doveva andare d’accordo tra diversi. Si trattava soltanto di trovare il modo giusto. Questo ho portato nella mia danza. Le barriere sono fatte per essere buttate giù. Di limitazioni non abbiamo più bisogno. Il lago dei cigni è stato il balletto che ha cambiato la mia vita. L’ho visto quando avevo tredici anni. Tutta quella grazia, le punte, i tutù... Anche io voglio essere così, mi sono detta». I dodici danzatori e danzatrici di Dada, rigorosamente a piedi nudi, mescolano con naturalezza rara un’ottima tecnica classica che ben si miscela con i modi autentici della tradizione afro.

Interamente sudafricano, il corpo di ballo della Dance Factory of Johannesburg, abilissimo a passare dal codice accademico delle piroette e dei jeté alle movenze della danza africana, i danzatori si lasceranno andare in piccole grida per sottolineare il ritmo sulle note di musicisti contemporanei, che si affiancano alla musica originale di Cajkovskij.

Paola Primicerio

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