il caso

Il giudice non fa sconti, i violentatori rimangono in cella

Quattro dei cinque ragazzi sarnesi che abusarono di una 15enne sono reclusi dal 23 giugno. Secondo il gip il percorso riabilitativo non è sufficiente a garantire un reale ravvedimento

SARNO. Nessuna misura alternativa al carcere. Quattro mesi in una struttura penitenziaria per minori e una formale richiesta di scuse e di perdono non bastano ai ragazzoni del branco per avere misure alternative al carcere e agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gip Maria Rosaria Minutolo rigettando la richiesta dei difensori dei minorenni accusati di aver violentato la 15enne di Sarno, il 23 giugno scorso, in un garage di San Valentino Torio.

Il percorso riabilitativo, secondo il gip, non è ancora sufficiente ad alleviare la misura cautelare in carcere applicata a quattro dei cinque ragazzi di età compresa tra i 15 e i 17 anni, e al quinto indagato detenuto agli arresti domiciliari.

La decisione del giudice del Tribunale per i minorenni potrebbe innescare un nuovo appello al tribunale del Riesame. Sulla libertà dei cinque ragazzi, accusati di violenza sessuale aggravata e sequestro di persona pesa anche il giudizio che la Corte di Cassazione aveva emesso nei mesi scorsi. Gli Ermellini avevano ratificato l’operato dei giudici salernitani che avevano concesso gli arresti domiciliari solo ad uno dei cinque ragazzi, lasciando gli altri nelle strutture carcerarie di Benevento e Nisida.

A nulla era servita nemmeno la richiesta di perdono e il pentimento dimostrato dai ragazzi dopo l’incidente probatorio tenutosi agli inizi di ottobre, nel quale la ragazzina di Sarno, aveva confermato le accuse nei loro confronti e ricostruito quell’episodio atroce avvenuto la domenica del 23 giugno scorso a San Valentino Torio.

Attirata in una trappola la ragazzina era stata portata in un garage nei pressi della Villa Comunale di San Valentino Torio e violentata a turno, per oltre un ora. Quando quell’inferno finì i ragazzi andarono via. Solo uno aiutò la 15enne a rialzarsi e vestirsi. L’accompagnò poi fuori per chiamare la mamma.

Da quel momento partì l'inchiesta dei carabinieri di Sarno e del Reparto Territoriale che in poche ore identificarono i giovani violentatori, tutti minori: studenti, manovali. Interrogati, ammisero di aver abusato della ragazza accampando ognuno le proprie assurde ragioni.

A filmare l’episodio anche le telecamere di sorveglianza installate nei pressi del garage. I minori, difesi dagli avvocati Cosimo Vastola, Nicola Cicchini, Andrea Miranda, Antonio Carrella, Valentino Miranda, dopo la convalida del fermo finirono tutti in carcere.

Uno di questi ottenne gli arresti domiciliari per decisione del Tribunale del Riesame. Da allora, le misure cautelari sono rimaste immutate. In attesa della fissazione del processo.

Una questione che fece molto scalpore e che, ancora oggi, è rimasta nel ricordo delle persone.