l’inchiesta salernitana

Il gip concede più tempo per indagare su Scarano

Andrà avanti l’indagine su monsignor Nunzio Scarano e sui sessanta amici che nel 2009 lo hanno aiutato in un’operazione di riciclaggio di denaro, scambiando assegni circolari con denaro contante. Il...

Andrà avanti l’indagine su monsignor Nunzio Scarano e sui sessanta amici che nel 2009 lo hanno aiutato in un’operazione di riciclaggio di denaro, scambiando assegni circolari con denaro contante. Il sostituto procuratore Elena Guarino ha ottenuto dal giudice delle indagini preliminari il via libera alla proroga delle indagini, che servirà a verificare il coinvolgimento di altre persone oltre a quelle già iscritte nel registro degli indagati e a completare l’incrocio dei dati bancari con le rogatorie che ancora si aspettano dal Vaticano e da Svizzera e Montecarlo. Dallo Ior sono arrivati solo dati parziali, che hanno consentito di attribuire al monsignore altri quattro conti correnti in aggiunta a quelli già dichiarati, ma il magistrato aspetta la documentazione completa per capire, soprattutto, da chi arrivasse il denaro e dove andasse a finire. Il sospetto è infatti che oltre agli armatori D’Amico, a cui sono attribuite tra l’altro rimesse mensili da ventimila euro, anche altre persone facoltose possano avere cosnegnato soldi al prelato, magari per farli dirottare su banche estere.

Va invece verso l’archiviazione il filone d’inchiesta aperto in estate su alcuni medici che hanno avuto in cura Scarano e sui quali era stato adombrato il sospetto di compiacenze nella redazione di diagnosi e cartelle cliniche, che hanno poi avvalorato il trasferimento del detenuto dal carcere di Regina Coeli all’ospedale di via San Leonardo. Dall’esame della documentazione e dai controlli incrociati non sono emerse irregolarità , e il filone parallelo dell’indagine sembra destinato a finire su un binario morto. Al trasferimento al “Ruggi” è seguito quello nella clinica psichiatrica “La Quiete” di Pellezzano. Il giudice delle indagini preliminari di Roma, dove è indagato per concorso in corruzione, gli ha concesso gli arresti domiciliari in considerazione sia delle attenuate esigenze cautelari (per il tempo trascorso dal momento dell’arresto e per la condotta tenuta in questa mesi) sia perché «le condizioni generali dell’imputato impongono una continua assistenza sanitaria e psichiatrica». Il sacerdote spera però di poter presto essere trasferito in convento e di attendere lì l’inizio del processo romano che prenderà il via il 3 dicembre. Sabato scorso l’avvocato Silverio Sica ha incontrato l’arcivescovo Luigi Moretti, che nei prossimi giorni tornerà a far visita a Scarano e che avrebbe già garantito la disponibilità della Curia a ospitarlo in un convento del Salernitano. Oltre a Scarano, sono imputati a Roma l’agente segreto Giovanni Zito e il broker di Pompei Giovanni Carenzio, anche loro agli arresti domiciliari. A differenza del religioso hanno deciso di chiudere il procedimento con un rito abbreviato, che si terrà a gennaio. (c.d.m.)

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