passaggio al digitale

Il futuro del cinema Fatima è appeso al... botteghino

In quanto uomini di chiesa non possono che affidarsi alla Provvidenza sperando che essa intervenga in maniera fattiva nel far lievitare il più possibile il numero dei frequentatori della sala...

In quanto uomini di chiesa non possono che affidarsi alla Provvidenza sperando che essa intervenga in maniera fattiva nel far lievitare il più possibile il numero dei frequentatori della sala cinematografica della loro parrocchia che, da gennaio - come tutte le altre sale d’Italia - dovrà abbandonare il caro vecchio proiettore per pellicole da 35 mm e munirsi delle attrezzature utili alle proiezioni in digitale. Più biglietti staccherà il botteghino più si allontanerà lo spettro di un’eventuale chiusura, scongiurata da molti, dell’unico cinema d’essai presente in città, quello della parrocchia di Madonna di Fatima, a Pastena.

Come già riportato ieri sulle pagine di questo quotidiano, i frequentatori più affezionati alla piccola sala dove da quasi mezzo secolo - grazie all’intuizione di don Andrea Vece - va avanti un cineforum tra i più seguiti della città, temendo il peggio, hanno già cominciato a pensare a come contribuire, anche economicamente, nel rendere fattibile il passaggio al digitale. Il nuovo parroco, però, don Antonio Montefusco, non è sembrato particolarmente preoccupato però dalla spesa che si profila all’orizzonte che sarà necessaria per acquistare la nuova attrezzatura. O meglio, non ha avuto il tempo materiale per preoccuparsene visto che da soli due mesi ha cominciato a interessarsi in maniera fattiva al cinema parrocchiale, fino allo scorso anno regno incontrastato di don Andrea che ancora presiede, pur non essendo più parroco, la proiezione serale del cineforum del martedì.

Qualcuno, nei giorni scorsi, l’ha intercettato chiedendogli se ci fossero novità sul discorso del passaggio al digitale. Alla domanda «Si riuscirà a fare?», il sacerdote pare che abbia risposto con un moderatemente ottimista «Speriamo di si».

E ottimista è apparso anche don Antonio che, più pacatamente, ha affermato che molto dipenderà dai guadagni che si riusciranno a trarre dalla vendita dei biglietti per gli spettacoli cinematografici in programma da qui alla fine dell’anno.

È chiaro, però, che si tenterà il tutto per tutto per evitare che un luogo di aggregazione e cultura com’è diventato negli anni il cinema Fatima non venga barbaramente ucciso dal progresso che avanza a velocità sostenuta.

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