«Il fuoco nella pineta è una sfida al Comune e contro ogni regola» 

Legambiente Eboli: «Siamo al fianco dell’amministrazione A qualcuno non è andata giù l’ordinanza anti prostitute»

L’incendio doloso di domenica scorsa nella pineta ebolitana, ha danneggiato soprattutto l’area gestita da Legambiente Eboli, provocando nuovi danni a un ecosistema già sotto assedio negli anni a causa delle varie speculazioni edilizie. Sulla questione si sono espressi prima i rappresentanti di Legambiente Silaris Eboli, tramite i social, delusi e amareggiati per i danni subiti dalla pineta da loro gestita negli ultimi dieci anni, poi l’assessore all’ambiente del Comune di Eboli, che ha promesso un potenziamento delle indagini e la raccolta di tutti i cumuli di rami rimasti ancora nella pineta.
Il dibattito si è acceso nel tentativo di cercare di capire se il danno ambientale avrebbe potuto essere evitato o almeno contenuto. La pista dolosa è quella più accreditata, sia dalle forze dell’ordine, che sono in cerca di elementi utili a risalire ai piromani; sia da Legambiente, che tramite alcuni sui rappresentati si schiera al fianco del Comune e delle forze dell’ordine nella “caccia al colpevole”. L’unica richiesta fatta dall’associazione all’amministrazione comunale, è stata quella di ripulire la zona dai cumuli di rami rimasti dopo la raccolta degli strobili, tramite un servizio che era già stato programmato.
«Siamo convinti che questi atti dolosi siano stati programmati con un obiettivo ben preciso – dichiara Leda Minchillo, presidente del circolo Legambiente Silaris Eboli – quello di colpire indirettamente la pineta e direttamente l’Ente comunale. Questo, a nostro parere, in seguito all’ordinanza emanata qualche settimana fa dal Comune dove veniva vietata la prostituzione. Noi siamo soddisfatti di questa ordinanza, evidentemente a qualcuno non è andata giù».
Dopo aver ribadito la posizione del circolo Legambiente al fianco dell’Ente, la presidentessa ci tiene a sottolineare la vera causa dello sfogo dei membri dell’associazione in seguito al rogo: «Siamo stati tutta la giornata lì. L’incendio è partito di mattina per poi consumarsi e riprendere nel pomeriggio a causa del vento. Non sono stati i cumuli di rami a provocare l’incendio, ma noi chiediamo comunque che vengano rimossi – prosegue Minchillo -. Chiediamo solo che venga rispettato ciò che c’era scritto nel contratto con l’azienda che si è occupata della raccolta degli strobili, ovvero ripulire l’area su cui hanno agito. Questo, proprio per evitare che in caso di attacchi all’ambiente i cumuli di rami possano essere sfruttati per alimentare gli incendi dolosi».
Filippo Folliero
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