I ROGHI

Il fuoco devasta Citola, abitazioni sgomberate a Nocera Superiore

La zona al confine con Cava colpita da un vasto rogo

NOCERA SUPERIORE - Una linea di fuoco lunga quasi cinque chilometri ha devastato per oltre quarantotto ore le montagne comprese tra Nocera Superiore e Santa Lucia di Cava de’Tirreni. Colpita, fin dall’inizio, nella mattinata di lunedì, la zona Citola. L’incendio da subito si è rivelato essere un pericolo per gli abitanti che hanno le case sulla fascia collinare nocerina. Sul posto una squadra interforze – vigili del fuoco, carabinieri, polizia locale, croce rossa, operatori dei servizi sociali – impegnata a presidiare, monitorare ed operare per fronteggiare le fiamme appiccate sul versante pedemontano di Citola da quelli che potrebbero essere, come li definisce il sindaco di Nocera Superiore Giovanni Maria Cuofano, «delinquenti senza scrupoli». Il vento, involontario alleato dei piromani, ha fatto sì che in poche ore le fiamme si propagassero fino ai confini con Roccapiemonte, aumentando nella notte la zona colpita e arrivando a lambire le abitazioni. È stata quindi evacuata una famiglia per evitarne l’intossicazione da fumo. Presso le abitazioni era allocata la croce rossa, che operava in parallelo ai vigili del fuoco di Nocera Inferiore guidati dal caposquadra esperto, Della Porta.
Si sperava che le fiamme potessero spegnersi alle prime ore dell’alba di ieri e, invece, hanno continuato a propagarsi lungo i versanti montuosi. Così la battaglia per avere ragione dell’incendio è ripresa, ma senza l’ausilio dei “rinforzi” aerei, impegnati nello spegnimento di altri roghi nella zona partenopea. L’amministrazione Cuofano ha organizzato sopralluoghi in via Cupa del Pastino, una traversina in località Citola, sopra la quale c’era una villetta con alcune famiglie. Sono stati momenti critici a causa delle fiamme che hanno quasi raggiunto l’abitazione.
Dopo mezzogiorno, in seguito a contatti con la Provincia, è arrivata una squadra di tecnici da Salerno, i quali hanno raggiunto anche la località Castagneto di Camerelle dove, nel frattempo, si era aperto un ulteriore fronte di fuoco avvicinatosi pericolosamente all’autostrada e alle case. È stato il panico, con la gente che si è riversata in strada. «Abbiamo disposto l’apertura del Centro polivalente di via Russo per allestire un punto di accoglienza per quanti, a causa di problemi respiratori o disagi provocati dal fumo del rogo, vogliano lasciare temporaneamente la propria abitazione e trovare sollievo in un luogo lontano dall’incendio» ha detto Cuofano, che ha firmato una ordinanza preventiva. «Abbiamo esteso l’ordine di evacuazione in caso di pericolo a tutto il territorio comunale».
Sul versante cavese, tre squadre Aib del gruppo comunale, in sinergia con gli uomini del settore foreste della Provincia, i vigili del fuoco e il supporto dei carabinieri e della polizia locale, hanno iniziato a battere i vari sentieri montani per estinguere i roghi adoperando delle pale per soffocare le fiamme o, dove possibile, utilizzando i mezzi antincendio. Le operazioni sono risultate difficoltose a causa del fumo acre e dal caldo torrido. Oltre la zona al confine con Nocera Superiore, a Cava continuano a bruciare anche altre aree. Dopo il parco Diecimare, nella giornata di ieri focolai di preoccupanti dimensioni sono divampati anche su Monte Caruso fino a lambire quasi le abitazioni. Le squadre del gruppo comunale cavese sono intervenute anche per lo spegnimento a Monte Caruso, mentre le altre componenti dell’imponente macchina dei soccorsi era dislocata sul monte Citola. «Su Monte Caruso e su tutta la zona nord di Cava la situazione è drammatica – ha commentato, senza nascondere il proprio rammarico, il sindaco Vincenzo Servalli – Visto quanto sta accadendo in buona parte del Mezzogiorno d’Italia, i mezzi di soccorso aerei sono tutti impegnati. Per ora stiamo combattendo con i nostri uomini. Stiamo facendo il possibile per rendere meno gravosi i disagi nella speranza che nei prossimi giorni ci possa essere un po’ di pioggia che ci aiuti sul versante incendi e su quello dell’approvvigionamento idrico».
Preoccupazione per quanto sta accadendo è stata espressa dagli attivisti di Legambiente. «Abbiamo sempre sostenuto la necessità delle sentinelle ambientali sul territorio – ha tuonato Rita Sorrentino, del circolo Noukria Legambiente – allo scopo di fare manutenzione e monitorare le zone collinari. Prima c’erano gli idraulici delle Comunità montane, adesso non ci sono più. La maggioranza di questi incendi non sono spontanei ma provocati».

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