IL DRAMMA DI NOCERALa mamma del piccolo Luca "Ho perdonato la rapitrice"

Annalisa Fortunato, la madre del piccolo Luca, si è rivolta all’infermiera arrestata a Nocera per aver rapito il bambino: "Perdono quella donna. Ho pregato tanto, Luca finalmente è qui". Il papá Fabio ancora incredulo: "Per noi è come rinato. Ora vogliamo tornare alla normalitá"

NOCERA INFERIORE. "Il mio bambino, il mio bambino, voglio vedere il mio bambino". Urla di gioia, quelle di Annalisa Fortunato, quando ha appreso la notizia che suo figlio era stato ritrovato e che sarebbe presto tornato in ospedale. Lei, 35 anni, residente a Nocera Superiore, non era mai uscita dalla stanza 'Rosa' della divisione di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Umberto I. Aveva detto ai suoi familiari che da lì non si sarebbe mossa, fino a quando il suo Luca non sarebbe tornato. E così ha fatto. Tant’è vero che solo alle 13.30 di ieri, si è alzata dal suo letto per raggiungere il nido e vedere suo figlio. Solo nella mattinata ha trovato la forza di rilasciare le prime dichiarazioni. "Perdono quella donna - ha detto - perché non si è resa conto di quello che ha fatto. In cuor mio sapevo che chiunque avesse portato via il mio Luca non aveva intenzione di fargli del male. La perdono e spero che possa fare pace con se stessa e con i suoi sentimenti".

Anche il marito, Fabio Cioffi, un maresciallo dell’esercito, in missione in Libano, si è detto pronto a dimenticare ogni cosa. "Per noi è come se Luca fosse nato due volte. Sicuramente chi lo ha portato via ha bisogno di aiuto. Noi la perdoniamo, confidando in Dio così come abbiamo sempre fatto. Non riesco a nutrire odio o rancore, solo tanta compassione". Oltre a Luca e ai suoi familiari, vittime reali di questa tragedia sono le due figlie di Annarita. Che sono scoppiate in lacrime quando hanno visto che la gente ha linciato, almeno verbalmente, la loro mamma al momento dell’arresto. Perché è accaduto anche questo all’esterno del commissariato di polizia, retto dal vice questore aggiunto, Raffaele Monda. Segno di vicinanza ed affetto alle forze dell’ordine, ha commentato il questore Vincenzo Roca. Sintomo di grave tensione nell’opinione pubblica è invece quello che si avvertiva per strada. Tutto questo senza sminuire il grandissimo lavoro, svolto nella massima collaborazione tra carabinieri e polizia, sotto l’egida del tenente colonnello Massimo Cagnazzo, del vicequestore Carmine Soriente, del comandante Giancarlo Correale e di tutti i vertici provinciali.

Quella di ieri, per la famiglia Cioffi, è stata la giornata delle public relations. Perché in ospedale hanno ricevuto tante di quelle visite che non vedono l’ora che si spenga il clamore sulla loro disavventura. Il sindaco di Nocera Inferiore, Antonio Romano, ha voluto trascorrere diversi minuti con Annalisa, augurandole ogni bene. Così come ha fatto l’onorevole Gianfranco Paglia, sottotenente paracadutista che perse l’uso delle gambe durante una missione in Somalia. Per Fabio è stato come incontrare un collega, che ha stretto in un fraterno abbraccio. E poi uno stuolo di parenti e gente comune che hanno voluto esprimere di persona la loro solidarietá ma anche la gioia per il lieto epilogo.

"Ringraziamo davvero tutti - ha concluso Fabio - Perché senza la collaborazione così estrema che abbiamo ricevuto, forse oggi non saremmo qui a gioire per aver ritrovato il nostro Luca. Siamo lieti che pochi, pochissimi, solo quelli che hanno vissuto una vicenda del genere possono comprendere il nostro stato d’animo. Adesso vogliamo soltanto dimenticare, chiudere questa brutta parentesi e riprenderci la nostra vita". Un modo elegante per congedare i mass media che non hanno perso un solo istante di vista i genitori del piccolo e gli investigatori. Uniti nell’unico scopo di non fare di Luca una nuova Denise.

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