IL DOPO ELEZIONI A SALERNOPicarone insidia il seggio di Valiante

Non si placano le polemiche interne ai deluchiani per la composizione delle liste. Franco Picarone e Ugo Carpinelli tuonano contro il deputato Fulvio Bonavitacola e alcuni rappresentanti di lista, che non si sarebbero fatti valere nell’attribuzione delle schede dubbie. Intanto il ricalcolo dei voti accorcia le distanze tra Carpinelli e Antonio Valiante

• Salerno. La notte dei lunghi coltelli, nei ranghi deluchiani, è giá iniziata. Sotto accusa la scelta delle candidature, con troppi esponenti dei Progressisti sparpagliati qua e lá che avrebbero tolto fiato alla corsa di Franco Picarone e Ugo Carpinelli. Entrambi hanno tuonato contro chi ha lavorato alle liste, parlando di dilettantismo e «strategie fallimentari».

Nel mirino - dice il tam tam di Palazzo - è finito più di altri il deputato Fulvio Bonavitacola, braccio destro del sindaco Vincenzo De Luca. Lui glissa le polemiche, ma il clima è teso e a rasserenarlo potrebbe non bastare il riconteggio dei voti, che apre nuovi spiragli per l’ingresso di Picarone in consiglio regionale. Ieri la Prefettura ha rettificato l’attribuzione delle preferenze, recuperando i voti di una sezione cittadina che era sfuggita nel primo calcolo all’indomani dello spoglio. Nella nuova classifica, l’assessore al bilancio passa da secondo a primo dei non eletti, scavalcando Carpinelli di 53 voti e arrivando a soli 17 dall’eletto Antonio Valiante. Un distacco che potrebbe ancora accorciarsi, perché l’ufficio elettorale sta lavorando alla verifica dei verbali e il lavoro non sará concluso prima della prossima settimana. Inumeri arrivano come benzina sul fuoco di un’altra polemica tutta interna ai deluchiani: quella sui rappresentanti di lista, che secondo alcuni non sarebbero stati scelti con sufficiente cura e non avrebbero fatto sentire la loro voce sulle schede dubbie, determinanti ora che il divario tra chi entra in consiglio e chi no è diventato minimale.

• Se non risulterá eletto, Picarone ha giá avvertito che intende «valorizzare politicamente il patrimonio di consensi ottenuto». E se da un lato si avvicina il congresso provinciale del Pd, dall’altro i veleni interni appaiono come la prima fase di una guerra di successione al Comune di Salerno, per il quale Bonavitacola e Picarone sono indicati da tempo come i principali "papabili". Non basta che De Luca precisi di non avere intenzione di lasciare la cittá per candidarsi a sindaco di Napoli: secondo una fetta dell’entourage la battaglia per la Regione lo ha proiettato verso orizzonti più ampi, e per lui si ha giá in mente di chiedere a Bersani l’incarico di responsabile Pd per il Sud.

• Neanche nell’altra corrente Pd, quella bassoliniano-popolare, sono tutti sereni. Valiante vede ridursi il margine di vantaggio che gli garantisce il ritorno in Regione e non ha digerito lo spostamento su Donato Pica di una parte dei consensi bassoliniani. Pica, risultato primo degli eletti e originario del Vallo di Diano, avrebbe beneficiato anche dell’apporto di Carmelo Conte, come lasciano intendere i 746 voti presi a Eboli. Il sostegno di Guglielmo Vaccaro nell’Agro (appartengono entrambi all’area Letta) ha fatto il resto, garantendogli consensi sia a Scafati che a Sarno, dove ha superato il sindaco di Nocera, Antonio Romano.
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