l’archiviazione sulla scomparsa

Il dolore di Memoli «Grato alla giustizia ma io non mi fermo»

«Io non mi fermerò. Continuerò a cercare mia madre». Parla con la voce rotta dalla commozione Salvatore Memoli, dopo aver appreso che l’inchiesta sulla scomparsa di Vincenza Basso Memoli e del...

«Io non mi fermerò. Continuerò a cercare mia madre». Parla con la voce rotta dalla commozione Salvatore Memoli, dopo aver appreso che l’inchiesta sulla scomparsa di Vincenza Basso Memoli e del domestico indiani Wiliam Jet Singh (detto Sonu) si è chiusa con un provvedimento di archiviazione per gli unici due indagati, gli indiani Kashmir Singh e Gurmej Singh, arrestati nell’agosto del 2007 con l’accusa di favoreggiamento o concorso morale in sequestro di persona. «Ho grande gratitudine – sottolinea Memoli – per tutto quello che magistrati e forze dell’ordine hanno fatto per cercare di arrivare alla verità. Ma se ora la giustizia può dire che questa storia è finita, è evidente che noi figli non possiamo pensare altrettanto. Per noi non finirà mai, la voce del mio cuore mi dice che dobbiamo andare avanti».

In questi otto anni e mezzo, da quando il 13 luglio del 2007 la madre e il fidato domestico indiano sono spariti nel nulla, spiega di avere sempre sperato «che la collaborazione di tante donne ed uomini delle Istituzioni potesse aiutarci a mettere la parola fine». Dopo una prima archiviazione nel 2013, il legale Giuliana Scarpetta era riuscita a ottenere una riapertura delle indagini e nuovi sopralluoghi con l’utilizzo della tecnologia innovativa del georadar. Ma anche quelle verifiche non hanno portato a nulla e sul caso è caduto il sipario dell’archiviazione. «La parola fine l’hanno messo scegliendone una più aulica e distante dalle nostre attese: archiviazione – commenta Memoli – Ma lLaddove finisce il compito dello Stato continua l’incessante ricerca dei i figli e delle persone care. Noi nnn ci fermeremo, né per mia madre né per Sonu, che non posso credere coinvolto in qualcosa di male». Anche di lui non si hanno più notizie da quella tragica mattina, in cui fu visto con l’anziana nel giardino di casa Memoli poco prima che entrambi sparissero. L’esito di una collaborazione chiesta di recente alle autorità indiane ha confermato che il padre del giovane non ha più saputo nulla della sua sorte.

«Da quel giorno le nostre vite sono vuote – sottolinea l’ex consigliere provinciale – e oggi si riempiono di velata disperazione». Tuttavia «la mente riparte, il cuore riparte, la macchina per cercare mia mamma è sempre in moto». Senza rancore per chi non è riuscito a dare risposte, anzi ci tiene a ribadire il suo grazie a tutte le persone che si sono impegnate: «Abbiamo soltanto gratitudine per loro, per quello che è stato fatto con la scarsità dei mezzi a disposizione. Siamo cittadini rispettosi del loro lavoro e delle loro decisioni. Li abbiamo visti metterci l'anima». Però, aggiunge, «permetteteci di sperare ancora, fino all'ultimo respiro. Cerchiamo una mamma speciale, cerchiamo le nostre radici». (c.d.m.)

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