ONOREVOLI SALERNITANI

Il debutto in Parlamentocon al seguito mogli e figli

Botta e risposta tra Andria e Paravia dopo una mozione contro la giunta Bassolino. Famiglia Cristiana boccia la Carfagna ministro

La maggior parte arriva con la famiglia, mogli e figli che dai posti riservati al pubblico "sorvegliano" il debutto del parlamentare. Qualcuno, come l’ebolitano Antonio Cuomo, deve aspettare l’ufficialità dei subentri perché il maxischermo rilanci il suo nome e lui possa fare ingresso alla Camera.
Altri, come Guglielmo Vaccaro, sono arrivati in treno la sera prima per gli adempimenti. Ieri è uscito alle 8 per andare a San Pietro prima di varcare, puntuale, la soglia di Montecitorio. Tra i salernitani ha subito di che festeggiare Giuseppe Esposito, che entra al Senato da neofita e brinda all'elezione a presidente di Schifani, di cui è stato collaboratore. Non perde tempo Nino Paravia, che approfitta della prima seduta per presentare (insieme ad altri campani del Pdl) la mozione con cui si chiede di rimuovere Antonio Bassolino dalla guida della Regione. Dai banchi dell’opposizione è pronto il commento di Alfonso Andria: «Ci vuole dignità e compostezza anche nella vittoria. Alla Regione c’è un cammino scandito, non mi pare il caso di strafare. E spero che sugli interessi del territorio si trovino convergenze». Emozionato lo è anche lui, nonostante l’esperienza al Parlamento europeo. A Roma è arrivato l’altra sera in treno, ma per il debutto lo hanno raggiunto ieri moglie e figlia.
La coniuge, e il figlioletto di due mesi, hanno seguito anche l’esordiente Pasquale Vessa. «E’ stata mia moglie - confessa - a consigliarmi la cravatta azzurra». In aula anche la consorte di Enzo Fasano, che sul look ha deciso di fare da solo e però si fa prendere dai dubbi:«Forse camicia e cravatta non le ho abbinate bene».A stemperargli l’emozione ci ha pensato Paravia, che lunedì sera gli ha fatto da guida dopo avergli regalato, in campagna elettorale, un cofanetto di amuleti in argento. Stile sobrio (tailleur pantalone blu e camicia beige) per Mara Carfagna. «Nessuno mi ha detto come dovevo vestirmi» precisa a chi insinua l’intervento dei vertici di Fi. Eppure il look, sempre castigato, pare non basti a toglierle di dosso l’etichetta di soubrette.Ancora ieri il settimanale cattolico Famiglia Cristiana ha bocciato l’idea di affidarle il ministero della Famiglia, proponendo invece un incarico a lady Berlusconi:«Molto meglio il buon senso e l’esperienza di Veronica Lario piuttosto che la leggerezza della Prestigiacomo, della Carfagna o di altre soubrette».