il provvedimento disciplinare

Il Csm ha avviato l’iter per trasferire il giudice

ROMA. Non può continuare a svolgere le sue funzioni di giudice al tribunale di Napoli «con piena indipendenza e imparzialità», per il clamore suscitato dalla vicenda giudiziaria che l’ha investita,...

ROMA. Non può continuare a svolgere le sue funzioni di giudice al tribunale di Napoli «con piena indipendenza e imparzialità», per il clamore suscitato dalla vicenda giudiziaria che l’ha investita, ma anche per il tenore delle conversazioni intercettate in quell’inchiesta in cui a parlare è suo marito. È per questo che la Prima Commissione del Csm all’unanimità ha deciso l’apertura della procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale per Anna Scognamiglio, il magistrato del tribunale campano relatore dell’ordinanza che nel luglio scorso permise di restare in carica al governatore Vincenzo De Luca, che aveva presentato ricorso contro la sospensione prevista dalla legge Severino. E che a settembre si occupò, di nuovo come relatore, del merito di quel ricorso.

Scognamiglio è tra i sette indagati dell’inchiesta della procura di Roma che ha coinvolto anche De Luca. E i pm della capitale le contestano la concussione per induzione. Accusa che il magistrato respinge in una memoria inviata al Csm in cui si dice «completamente estranea» ai fatti che le vengono imputati, pronta a farsi interrogare e a collaborare con l’autorità giudiziaria, e in cui annuncia che si asterrà quando il fascicolo su De Luca tornerà al tribunale di Napoli, dopo la decisione della Consulta. In dieci pagine il giudice prende nettamente le distanze dal coniuge: «I rapporti con mio marito erano tali da rendere inipotizzabile che io abbia potuto disattendere i più elementari doveri di magistrato per favorirne la carriera». Racconta che con lui discusse questioni di diritto legate al caso De Luca, in quanto esperto della materia amministrativa, e che le bozze del file del provvedimento sul governatore erano sul computer di casa «aperto e senza password» e utilizzato anche dal coniuge. E poi spiega che la decisione su De Luca «era praticamente scontata», anche alla luce del caso analogo che era stato già affrontato del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. E proprio perchè tutti lo sapevano, compresi i legali del governatore, «qualsiasi tentativo di induzione» nei confronti di De Luca «sarebbe stato, oltre che non idoneo, addirittura puerile da parte di chiunque lo avesse (certamente a mia insaputa) posto in essere». Una linea che Scognamiglio ribadirà quando il 25 novembre sarà ascoltata dalla commissione del Consiglio siperiore della magistratura. Solo dopo l’audizione del magistrato la Commissione presieduta dal laico Renato Balduzzi (mentre il relatore è il togato di Area Piergiorio Morosini) deciderà se andare avanti nell'istruttoria o trarre subito le conclusioni, proponendo al plenum il trasferimento d’ufficio per incompatibilità o l’archiviazione. Intanto il presidente del Tribunale di Napoli, Ettore Ferrara, l’ha trasferita di sezione.

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