Processi e politica

Il “cretino” arriva in Cassazione

Nuova assoluzione per l’offesa di Motta a Cirielli. E lui ricorre ancora

Ha fatto un bel po’ di chilometri quel “cretino” pronunciato da Gerardo Motta nei confronti del deputato Edmondo Cirielli, e da Battipaglia è arrivato fino a Roma nelle aule della Cassazione. I giudici della suprema Corte lo hanno di nuovo archiviato, emettendo una sentenza di assoluzione anche per il secondo stralcio della vicenda. Eppure non è ancora finita, perché sul “caso” pende ancora un altro ricorso del parlamentare, sull’assoluzione disposta poco di un anno fa dal gup Vincenzo Di Florio.

Ma partiamo dall’inizio. Cirielli, che all’epoca guidava il Pdl, era intervenuto con una censura su alcune vicende interne. Motta reagì in un consiglio comunale dell’ottobre 2010: «Se Cirielli cerca un cretino, si guardi allo specchio». E tanto bastò perché il deputato facesse scattare un’azione giudiziaria che tutt’oggi non è ancora finita. La prima pronuncia di un giudice arrivò con il non luogo a procedere disposto dal gup Attilio Orio. Pochi giorni dopo Motta commentò in una cena che evidentemente quell’offesa a Cirielli non costituiva reato, l’affermazione finì sui giornali e l’attuale esponente di Fdi affidò all’avvocato Adriano Bellacosa il mandato per la seconda querela. Su questa si è pronunciata ora la Cassazione, assolvendo in via definitiva Motta (difeso da Michele Sarno) e condannando il ricorrente alle spese. Nel frattempo sempre la Cassazione aveva rimandato indietro la prima archiviazione, la vicenda è confluita in un abbreviato davanti al gup Di Florio e quest’ultimo ha pronunciato sentenza di assoluzione. Ma, anche su questa, c’è ricorso in Cassazione. (c.d.m.)

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