«Il Crescent non si tocca, Pua in regola»

Il verbale dell’incontro con la Soprintendenza dell’11 settembre: il sindaco disponibile a cancellare solo l’edificio Trapezio

Il Crescent non si tocca. Tantomeno il Pua. L'unica concessione formale che l'amministrazione comunale è disposta a fare al soprintendente Gennaro Miccio, per ottenere una autorizzazione paesaggistica che viene data per scontata, è la rinuncia a realizzare l'edificio Trapezio, area che «potrebbe anche essere destinata a verde attrezzato».

E' quanto emerge dal verbale dell'incontro avuto tra una delegazione di Palazzo di Città e i vertici dell'Ente di via Tasso, l'11 settembre scorso, data della convocazione del tavolo tecnico di confronto che fu diviso in due parti: la mattina vertice con la Crescent srl e gli ambientalisti di Italia Nostra, il pomeriggio riunione riservata con lo staff del sindaco De Luca. Che a quanto si legge nel verbale, ha voluto dettare le proprie condizioni al rappresentante locale del Mibac, l'unico, per legge, deputato a dire l'ultima parola sulla mezzaluna di Bofill.

Regola numero uno, giù le mani dal Pua. Il Comune ribadisce a chiare lettere che «l'oggetto del confronto, secondo quanto stabilito dal punto 3.6 della sentenza 6223/2013 della sesta sezione del Consiglio di Stato, riguarda solo ed esclusivamente l'edificio Crescent. Pertanto l'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica non concerne la piazza e le connesse opere pubbliche del Pua». L'avvertimento a non ficcare il naso nel Piano urbanistico attuativo, viene poi supportato da un ragionamento meramente economico. Piazza, sottoservizi e parcheggi sono infatti legati a finanziamenti pubblici che, si legge nel verbale, «saranno revocati se non viene rispettato il cronoprogramma dell'esecuzione dei lavori». Lavori che il Comune chiede di poter riprendere immediatamente, «salvo diversi impedimenti». A questo punto è Miccio a ricordare che gli «impedimenti» a riaprire il cantiere di piazza della Libertà, non riguardano in ogni caso le sue decisioni, quanto la magistratura penale, che di quell'area ha disposto il sequestro. In virtù dei sigilli, che non consentono l'immediato ingresso delle ruspe, il soprintendente «ritiene di poter riconsiderare l'argomento e si riserva di esprimersi o unitamente al provvedimento conclusivo o eventualmente in occasione di prosecuzione di lavori del presente tavolo». Insomma, una data entro la quale comunicare un sì o un no, Miccio non l'ha data, anche se sia la Crescent srl che il Municipio hanno chiesto la decorrenza di 45 giorni a partire dall'11 settembre. Calendario alla mano, l'atteso parere dovrebbe giungere entro il 27 ottobre, ma il condizionale, mai come in questa vicenda, è d'obbligo. Il Comune, certo di aver ottemperato ai dettami imposti dal Consiglio di Stato (che chiedeva lumi sulla descrizione dell'edificio, sul contatto paesaggistico nel quale si colloca e sul rapporto tra edificio e contesto), ricorda a Miccio che «in piena e corretta attività conformativa al decisum del giudice amministrativo», attende ora che la Soprintendenza renda sul Crescent «parere positivo con una motivazione che rispetti i criteri normativi indicati al punto 12 della sentenza del Consiglio di Stato».

Quanto al progetto complessivo del Fronte del mare, l'amministrazione «fornisce ampie assicurazioni circa il ripascimento della spiaggia di Santa Teresa che ridisegna la linea di costa dall'apice del molo di Levante del porticciolo, e proseguirà fino a piazza della Concordia». Per convincere Miccio del fatto che il restyling dello storico arenile dei salernitani potrà mitigare l'impatto dell'emiciclo che ha una cubatura di 73mila metri cubi, una lunghezza di 260 metri ed uno sviluppo lineare percepito di 200 metri, lo staff di De Luca, fa mettere a verbale che «in una prima fase verrà data priorità assoluta alla spiaggia di Santa Teresa, il cui intervento è già in atto ed è inserito nel progetto di riqualificazione in corso». L'unico strappo che viene operato, nella speranza che venga visto dall'Ente di via Tasso come una apertura, è la cancellazione dell'edificio Trapezio. «Relativamente alle edificazioni previste - è scritto nel verbale - non essendo più possibile la demolizione dei preesistenti edifici destinati alla Capitaneria di Porto e sue pertinenze, viene meno la necessità di realizzare il cosiddetto edificio Trapezio adiacente l'emiciclo Crescent, che potrebbe quindi essere anche destinato a verde attrezzato».

Una ipotesi che Miccio si riserva «di tenere in conto nell'adozione del provvedimento», promettendo di «rendere quanto prima il parere di sua competenza». Ieri, intanto, in tv De Luca ha sollecitato la Sovrintendenza ad emettere il parere: «Registriamo ingressi abusivi nel cantiere».

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