«Il Crescent? Migliora lo skyline della Costiera»

La risposta del Comune al preavviso di diniego della Soprintendenza In trentuno pagine Miccio viene più volte “accusato” di incoerenza

«Quanto viene rilevato in termini di “parziale cesura visuale della Costa d’Amalfi”, deve tenere conto della volontà di realizzare un nuovo “brano di città” pensato come raccordo della città con il mare, e quindi non come diminuzione delle possibilità visuali, ma come nuova possibilità visuale. Non vi è pertanto alcuna “cesura” bensì l’arricchimento delle visioni paesaggistiche». E’ uno dei passaggi più rilevanti contenuti nel documento con cui l’amministrazione comunale ha “smontato” punto per punto, il preavviso di diniego della Soprintendenza, relativamente al Piano urbanistico attuativo ed all’edificio Crescent. In trentuno pagine, l’architetto Maddalena Cantisani, dirigente servizio trasformazioni edilizie, risponde piccatamente a Miccio, accusandolo di incoerenza e visione diaframmatica, oltre che di «rinnegare i suoi precedenti specifici», ossia i pareri favorevoli rilasciati durante il lungo e tortuoso iter che accompagna l’ancora incerto destino della mezzaluna di Bofill, e di produrre «digressioni copiose e totalmente inconferenti». Cantisani lo scrive a chiare lettere nella conclusione: «Non può la Soprintendenza negare, in maniera assolutamente e ingiustificatamente contraddittoria, il proprio precedente operato, esercitando, ad libitum, un potere conformativo, svincolato dalla sentenza, e viceversa, circoscritto all’esternazione di un giudizio positivo più adeguatamente motivato». Il capitolo più interessante della relazione - corredata da un reportage fotografico teso a dimostrare l’esistenza di ben quindici coni prospettivi - sembra essere proprio quello relativo allo skyline. «La visuale della costiera rimane visibile senza alcuna interferenza da parte del Crescent, tranne che per una limitata parte in prossimità dell’edificio, all’altezza dell’abitato storico». Non solo, la creazione della piazza, offrirebbe ai salernitani «la visione della costiera attraverso un nuovo punto di vista privilegiato». Quindi, «la visione “dinamica” lungo tutto il percorso del lungomare, implementa la visione del panorama marino e implementa anche con nuovi punti di vista, la visione del panorama della Costa d’Amalfi e del suo skyline». Le perplessità espresse da Miccio sull’intubamento del Fusandola, poi, vengono ritenute «sorprendenti», assodato che la scelta fu operata dal Genio Civile dopo l’alluvione del ’54 e che il nuovo sbocco a mare avviene sulla spiaggia di Santa Teresa per la quale l’amministrazione ha approvato un progetto di riqualificazione. Nel documento, il soprintendente viene più volte richiamato all’ordine. Secondo il Comune Miccio sarebbe andato ben oltre quello che gli era stato richiesto dal Consiglio di Stato: Cantisani snocciola tutti i via libera che l’ente di via Tasso ha firmato, dando concretezza al progetto, giungendo alla conclusione che «la pubblica amministrazione ha il dovere di rispettare il principio di coerenza delle proprie determinazioni». Infine un distinguo: l’area in oggetto è contrassegnata da un vincolo generico, sostiene il Comune, che è ben diverso dal vincolo specifico. In virtù di questa differenza, risultano «fuori luogo, inconferenti e fuorvianti, oltre che extra e contra legem, pretesi oneri di rinaturalizzazione di un’area a forte connotato di antropizzazione pregressa, seppure caotica, disomogenea e fatiscente».

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