IL RETROSCENA

Il “coprifuoco” sulla movida: la Campania sempre più sola

Solo De Luca va avanti con la chiusura: le altre Regioni seguiranno le linee guida del Governo

SALERNO - La Campania, per il momento, resta l’unica Regione in cui c’è il coprifuoco sulla movida. Perché l’orientamento degli altri governatori è quello di seguire le linee guida del Governo. Di questo si discuterà oggi nel corso della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. All’ordine del giorno i temi che saranno affrontati dalla Conferenza Unificata, dalla Conferenza Stato-Regioni in sessione europea e dalla Conferenza Stato-Regioni che il ministro Francesco Boccia ha convocato rispettivamente alle 14.30, alle 14.45 e alle 15.00 di questo pomeriggio.

Il no di Bonaccini. Del resto il governatore dell’Emilia Romagna, presidente della Conferenza delle Regioni, conferma il suo no alla chiusura anticipata di bar e ristoranti, al contrario della Campania. «Il lavoro di questi mesi – spiega Bonaccini – è stato duro ma molto efficace e quindi, dal punto di vista dell’andamento oggi - per quanto siamo sempre preoccupati - non abbiamo necessità di questa misura». Resta il fatto, evidenzia Bonaccini che la decisione del collega presidente Vincenzo De Luca «rientra nell’ambito di quelle misure restrittive che ogni Regione come da sempre può prendere ». Bonaccini, altresì, è d’accordo sull'obbligo dell’uso della mascherina all'aperto valido in tutte le regioni, anche se «il problema è – rimarca - come si fa a controllare tutti».

L’attacco di De Magistris. E critica chiusura anticipata dei locali pubblici in Campania il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. «È una misura per nascondere i fallimenti di questi mesi nel rafforzare la rete sanitaria pubblica in Campania ». A detta di De Magistris «con De Luca non siamo allo stato di polizia, siamo alla tirannide fuori controllo». Perciò, secondo il sindaco di Napoli «bisogna fare il contrario ed estendere gli orari, utilizzare gli spazi all’aperto». «Come si fa – conclude - a non capire che questi provvedimenti non servono? Lo hanno detto anche gli esercenti e non bisogna dimenticare che, oltre alla pandemia sanitaria, siamo già in una pandemia sociale, economica e del lavoro».

Il nuovo decreto. Nel frattempo è pronto il nuovo decreto- legge. Il testo proroga, al 31 gennaio 2021, le disposizioni già in vigore che prevedono la possibilità per il governo di adottare misure volte a contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus. In relazione all’andamento epidemiologico e secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente, tali misure potranno essere stabilite per specifiche parti o per tutto il territorio nazionale e per periodi predeterminati, ciascuno di durata non superiore a trenta giorni, comunque reiterabili e modificabili. Nelle more dell’adozione del primo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) successivo all’introduzione delle nuove norme, e comunque fino al 15 ottobre, viene prorogata la vigenza del dpcm del 7 settembre 2020. Inoltre, si introduce l’obbligo di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, e si ampliano le circostanze che prevedono l’obbligo di indossarli. Dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, i dispositivi di protezione individuale dovranno essere indossati non solo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, come già in passato, ma più in generale nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e anche in tutti i luoghi all'aperto. Si fa eccezione a tali obblighi, sia in luogo chiuso che all’aperto, nei casi in cui, per le caratteristiche del luogo o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi.

Gaetano de Stefano