Il Comune diserta l’omaggio floreale al santo patrono

Nessuno degli amministratori era presente alla cerimonia Il vescovo: «La fede non si cuce addosso a nostre necessità»

Non era mai successo – di sicuro non negli ultimi dieci anni – che al tradizionale omaggio floreale a San Matteo in piazza Flavio Gioia, in programma ogni settembre qualche giorno prima della festa del patrono, non partecipasse un rappresentante dell’amministrazione comunale. Nelle ultime edizioni il compito era stato assolto dal vicesindaco Eva Avossa. Se si fa un salto ancora più indietro nel tempo, lo stesso Vincenzo De Luca non osava disertare un appuntamento tanto sentito dai salernitani.

Non era mai successo fino a ieri sera quando, non senza imbarazzo, la partecipata cerimonia è cominciata, ed è finita, senza che un rappresentante di Palazzo di città facesse capolino alla Rotonda. Ai piedi del palco, l’unico volto riconducibile al Municipio, era quello di Lucio Figliolia, storico usciere del Comune che paradossalmente indossava, anche se non materialmente, la fascia tricolore di solito appannaggio delle massime istituzioni cittadine. Qualche minuto dopo le 20, una volta arrivato in piazza l’arcivescovo Luigi Moretti, don Michele Pecoraro, parroco del Duomo, prende in mano la situazione, e il microfono, e dà il benvenuto a tutti. L'autoscala dei vigili del fuoco è già pronta a issarsi fino alla statua del santo patrono che troneggia su piazza Flavio Gioia e tra il pubblico, in prima fila, ci sono il prefetto Salvatore Malfi, il questore Pasquale Errico, i rappresentanti di carabinieri, esercito, guardia di finanza e anche il parlamentare Tino Iannuzzi. Dopo la lettura del vangelo di Matteo – “Misericordia io voglio e non sacrifici” – a prendere la parola è monsignor Moretti che imposta la sua omelia sulla necessità di «vivere la vita prendendoci cura degli altri». Il vescovo, lo scorso 21 agosto, durante la cerimonia dell’Alzata del panno in cattedrale, aveva ricordato che questa ormai alle porte sarebbe stata una festa del patrono molto particolare in quanto è ancora in corso l’anno del Giubileo della misericordia. E già un mese fa aveva esortato tutti a fare della cerimonia dell’omaggio floreale un appuntamento di solidarietà e fratellanza. Il Comune ha però disatteso le aspettative non accogliendo l’invito del numero uno della Curia salernitana.

«La malattia più grande del nostro tempo – ha detto il vescovo – è che l’uomo ha perso la capacità di vivere relazioni vere. Ognuno è invece chiamato a vivere un servizio di responsabilità verso i giovani, i deboli, verso quelli che vivono al margine, verso coloro che non hanno voce e che sono ignorati o vittime di soprusi». E poi la stoccata: «Siamo qui per sentirci città solidale, non siamo sudditi ma protagonisti. Dobbiamo vivere rapporti veri e corretti, anche tra noi e le istituzioni. Dobbiamo essere costruttori di giustizia, pace e armonia». Infine: «Il cristianesimo o si vive tutto o non lo si vive affatto, non si può credere solo in alcune occasioni, la fede non possiamo cucirla addosso alle nostre necessità».

Poi, la scala dei vigili si è alzata verso il cielo, la corona di fiori è stata posizionata al suo posto. Le autorità hanno lasciato la piazza, l’usciere Lucio è andato via in bicicletta.

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