Il Comune condannato a risarcire mezzo milione

La sentenza della Corte di Appello sull’occupazione illegittima di un terreno In 27 anni l’Ente non si è mai costituito in giudizio. E ora ricorre in Cassazione

CAPACCIO. Il Comune di Capaccio condannato a un maxirisarcimento per illegittima occupazione di un fondo concesso a cooperative impegnate nella costruzione di alloggi di edilizia popolare. La sentenza è della Corte di Appello. Anche se il Comune, con una delibera di giunta, si è opposto presentando ricorso in Cassazione. Una novità, questa: sebbene la vicenda sia iniziata nel 1986, l’Ente, nel corso di ben 27 anni, non si era mai costituito in giudizio. Oltre mezzo milione di euro la somma che ora il Comune dovrà pagare se in Cassazione non venisse accolto il ricorso.

Il tutto ebbe inizio con un atto di citazione del 29 novembre del 1986 al tribunale di Salerno, quando i proprietari sostennero che il loro fondo era stato oggetto di decreto di occupazione d’urgenza del Comune per la realizzazione di alloggi di edilizia popolare ed economica in favore della cooperativa edilizia “Collina sud”. Con la citazione veniva chiesta la condanna del Comune per l’illegittima occupazione del fondo, la perdita di valore e per altre spese. Ma il Comune non si costituì in giudizio. Il 17 giugno del 1988, i proprietari proposero analoga citazione nei confronti sia dell’Ente che della cooperativa. Anche in questo caso, il Comune decise di non costituirsi in giudizio. i due procedimenti furono quindi unificati nel 2005. Il tribunale di Salerno emise la sentenza di risarcimento danni per accessione invertita. Emessa nel 1988, venne resa esecutiva nel maggio 2011. La sentenza non venne impugnata e il Comune fu condannato al pagamento di 77.192,68 euro. Il consiglio comunale riconobbe la somma come debito fuori bilancio per adempiere all’obbligo provvedendo al pagamento a favore dei proprietari dell’area (indennità di espropriazione).

Il beneficiario della concessione in proprietà dell’area in ambito Peep, citò il Comune nel maggio del 1989. Successivamente gli eredi del defunto proprietario presentarono citazione in riassunzione della causa. Anche stavolta il Comune non si costituì. La sentenza della Corte di Appello venne notificata all’Ente il 21 giugno del 2007 e non fu mai impugnata. Risultato: il Comune fu condannato a pagare altri 41.338,18 euro. Il Consiglio riconobbe la cifra come debito fuori bilancio e provvide al pagamento. Per i giudizi relativi alle procedure espropriative di aree nell’ambito Peep e concesse in proprietà a cooperative edilizie, dunque, non ci fu costituzione in giudizio. E, quindi, non furono nemmeno adottate le procedure per garantire che le cooperative rispettassero gli obblighi assunti con le convenzioni.

Angela Sabetta

©RIPRODUZIONE RISERVATA