Il Comune è preoccupato Una lettera alla Regione

La giunta, in parte, fa proprie le perplessità degli esperti sui rischi per la salute La questione verrà approfondita stasera durante il vertice di maggioranza

Osservazioni sì, ma forse un po’ troppo tiepide. È la sintesi dalla posizione assunta dall’amministrazione Torquato sulla vicenda delle vasche di laminazione e dell’sos lanciato dagli ambientalisti.

Una prima battaglia vinta in una guerra non facile da combattere. Quella di quanti hanno messo in evidenza i risvolti della vasche di laminazione per la quale a dar fuoco alle polveri è stato l’esperto nocerino Emiddio Ventre. Porta la data di ieri la raccomandata con cui l’amministrazione inoltra all’Arcadis e, per conoscenza, al Ministero dell’Ambiente, le osservazioni di Ventre. Facendole proprie, ma fino ad un certo punto. Nel documento firmato dal sindaco Manlio Torquato, dall’assessore ai lavori pubblici Ciro Amato, dal dirigente del settore competente Mario Prisco si trasmettono le osservazioni di Ventre, giudicate meritevoli di approfondimento, con la richiesta della «garanzia di impermeabilizzazione delle vasche di laminazione, avendo verificato che per quella di Cicalesi è dettagliatamente previsto ». Non così per quella di Casarzano. Nessun cenno all’allarme lanciato in merito ai troppi ettari di terreno fertile che verranno sacrificati.

Ventre era stato chiaro: la vasca sottrarrà all’agricoltura circa 15 ettari, oltre ad ipotecare - con il rischio di cromo esavalente - la qualità dell’acqua che arriva nelle case . «Quindici 15 ettari sottratti al suolo agricolo; acqua del fiume ancora oggi inquinata principalmente da cromo esavalente; fondo della vasca sarà ad assorbimento (terreno), quindi inquinamento delle falde, che dai carotaggi che hanno effettuato è circa a 20 metri; la Gori prende l’acqua per il nostro acquedotto dai pozzi di Nocera».

Conseguenza: «Troveremo - aveva spiegato - i metalli pesanti nel nostro rubinetto, non solo più nelle verdure. Sarà una morte lenta per tutto l’Agro per noi e i nostri figli». E poi ancora: «Non dimentichiamo il raddoppio della vasca di Cicalesi. È stato progettato un intervento che andrebbe bene per il Po, non per il Solofrana». Sembrerebbe, aveva fatto notare, che non sia stata effettuata alcuna analisi per rilevare la qualità delle acque del fiume.

200 tra prelievi ed analisi dei fanghi avrebbero lasciato emergere la presenza di metalli. Sul fronte economico gli importi degli espropri non possono superare il 10% del progetto. Per Casarzano ci sono circa 19 milioni, il 10% è un milione e 900 mila per 150.000 mq; una semplice divisione porta a 12,6 euro per ogni mq. Una somma irrilevante se consideriamo che i proprietari di Casarzano hanno pagato l’Ici per più di 20 anni su un valore di 80 euro al mq. La questione sarà affrontata stasera durante il vertice di maggioranza.

Patrizia Sereno

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