LA DECISIONE

«Il complesso Nettuno torna al Comune di Capaccio Paestum» 

La Corte dei Conti lo restituisce all’Ente. Procedura pubblica per la concessione dei beni finora gestiti dai Pisani

CAPACCIO PAESTUM - Complesso immobiliare Nettuno: il Comune avvia azione legale per rientrare nella proprietà del bene nei confronti dell’Ente per le antichità e i monumenti della provincia di Salerno, o ogni altro detentore. Il complesso sarà dato in concessione mediante evidenza pubblica. I beni, che insistono nel cuore dell’area archeologica di Paestum, sono quelli gestiti dalla famiglia Pisani, in particolare da Pina Pisani, moglie dell’ex sindaco Italo Voza. Una volta che il Comune, diretto dal sindaco Franco Palumbo, ne rientrerà in possesso avvierà anche i necessari accertamenti relativi alla verifica della regolarità dei canoni pagati dai gestori. Canoni oggetto di un’indagine essendo gli stessi ritenuti troppo bassi rispetto al valore del complesso immobiliare.
Nel 2016 la Procura regionale della Corte dei Conti con atto di citazione, ha esercitato azione risarcitoria in quanto il compendio immobiliare, acquistato dal Comune dai fratelli Mansi-Forlani il 12.11.1931 e poi donato con delibera podestarile all'Ente morale per gli scavi di Paestum, non è stato mai trasferito, non essendo intervenuta la stipula del contratto di donazione. Pertanto, la Corte dei Conti lo scorso luglio ha inviato una nota al Comune affinché rientrasse in possesso del bene al fine di «evitare l'aggravamento del danno e la continuazione dell'illecito in quanto proprietario». Da qui l’attivazione delle «necessarie azioni giudiziarie, laddove, non fosse pacificamente riconosciuta la proprietà al Comune».
Nel 2016, sul canone di fitto del complesso immobiliare “Nettuno”, la Corte dei Conti ha notificato un atto di citazione in giudizio all’allora sindaco Italo Voza, a quattro tecnici comunali e al segretario dell’Ente gestore. Al Comune è contestata la cattiva gestione del bene e un danno erariale di 735.000 euro. A Voza viene contestato un danno erariale di 475.000 euro, ai tecnici comunali, Rodolfo Sabelli 40.000 euro, Carmine Greco 85.000 euro, Mario Barlotti 50.000 euro e Vincenzo Criscuolo 85.000 euro. Altri 50.000 euro sono stati contestati al responsabile dell’Ente per l’antichità e i monumenti della provincia di Salerno.
Le indagini, partite nel 2014, sono state mirate all’emersione del potenziale danno erariale connesso alla gestione del complesso, dato in locazione alla società “Ristorante Nettuno srl” con un contratto più volte rinnovato, l’ultima volta nel 2006, con scadenza ventennale. Il potenziale è emerso dal canone annuo irrisorio di 12.000 euro, se confrontato con il pregio, la posizione e le dimensioni del complesso affidato in locazione in assenza di gara ad evidenza pubblica e senza valutazione sulla potenziale redditività per l’Ente locatore.La Corte dei Conti ha ritenuto che il canone, in base alle perizia, avrebbe dovuto essere di 135.000 euro all’anno.

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