L'emergenza

Il centro di Salerno resta senza spazzini

L’Igiene urbana ha solo 37 dipendenti ma deve coprire sessanta zone. Negli ultimi due giorni in strada ci sono stati solo tre operatori

SALERNO. Salerno centro senza spazzini. Negli ultimi due giorni, gli operatori dell’Igiene urbana in servizio, si contavano sulle dita di una mano: da tre a cinque per garantire la pulizia in aree vastissime, che vanno dal quartiere Carmine al centro (stazione-via Croce), passando per il centro storico e la zona Irno.

Tra ferie, malattie e riposi compensativi, la pianta organica già falcidiata dai pensionamenti, non riesce più ad effetturare lo spazzamento, con la conseguenza che il livello di decoro urbano, complice l’inciviltà dei cittadini, è notevolmente peggiorato.

37 dipendenti per 60 zone. I dipendenti sono in totale 37 e nonostante il ricorso agli straordinari, non sono nelle condizioni di provvedere alla pulizia di ben sessanta zone loro assegnate. Nello specifico, nel centro storico 11 unità dovrebbero provvedere a 16 zone, con la conseguenza che cinque restano puntualmente scoperte. In via Capone, a 10 unità sono assegnate 15 zone e anche qui, cinque restano “orfane”. Per l’area di via Arce gli addetti sono dieci a fronte di 15 aree, con il record di piazzetta Fasano, dove otto dipendenti non possono gestire 14 zone. Sommando i dati, restano puntualmente scoperte almeno 21 aree su 60. La situazione, già critica, è scoppiata dopo che due dipendenti sono andati in pensione e altri andranno via nel giro di uno-due anni, «perché l’età media è molto avanti – spiega Gerardo Bracciante della Uil – Mercoledì avevamo tre operatori in strada. È evidente che gli interventi si concentrano sulle arterie più frequentate come via Roma, corso Vittorio Emanuele, corso Garibaldi e il lungomare. Il resto non viene toccato, ma non per negligenza dei dipendenti. È una questione di numeri».

La protesta dei sindacati. Per le rappresentanze sindacali unitarie di Palazzo di Città, servirebbero almeno ottanta addetti per riuscire a garantire un servizio puntuale: «Abbiamo chiesto un incontro urgente al sindaco Vincenzo Napoli – sottolinea Angelo De Angelis della Cgil – Tutti i settori del Comune soffrono per le carenze di personale, ma l’Igiene Urbana è uno di quelli più a rischio. In ballo ci sono troppi soggetti: Salerno Pulita, l’Igiene urbana, il Consorzio Salerno 2, i lavoratori interinali. Chi si occupa della parte est, chi di quella ovest, chi delle campane per la raccolta del vetro. È un autentico caos e in questo modo è impossibile garantire un’organizzazione che funzioni. Tra l’altro esiste una forte sproporzione tra il numero degli addetti e le aree loro assegnate. Per questo proponiamo di uniformare la gestione del settore, affidandola a un soggetto unico». Trentasette unità, sbottano i sindacati, sono un numero ridicolo per garantire la pulizia in una porzione della città che, fino a ottobre, si prepara ad accogliere anche eventi e crocieristi. In supporto ci sono anche sette furgonisti addetti alla pulizia dei cestini, sei coordinatori, nove amministrativi, otto custodi, due meccanici, otto addetti alla rimozione dei materiali abbandonati in strada e una persona dispensata per motivi di salute.

La richiesta di assunzioni. «In ogni caso, pensare di provvedere allo spazzamento di aree così vaste con queste risorse umane è impossibile – rimarca Bracciante – Occorre un piano di rimodulazione, nuove assunzioni, un ridisegno complessivo».

Inevitabile, dunque, che le proteste fiocchino dai vari quartieri, visto che basta allontanarsi di pochi metri dalle principali strade cittadine per trovare immondizia di ogni sorta.

La colpa è anche dei residenti e degli operatori commerciali, che preferiscono disfarsi dei propri rifiuti in maniera alquanto “disinibita”. Anche perché i controlli si sono drasticamente ridotti: «I vigili urbani che prestano servizio in strada sono 106 divisi su tre turni. Molti di loro hanno anche superato la sessantina e devono sbrigare diversi compiti, dalla viabilità ai servizi anti ambulantato. Il problema resta sempre lo stesso: la pianta organica di Palazzo di Città è ridotta all’osso e ormai non si riesce a garantire nessun servizio».

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