Il cementificio brucerà rifiuti Inceneritore, pubblicato bando

I rifiuti potrebbero essere bruciati nel cementificio di Fuorni. Il piano provinciale prevede una soluzione-ponte in attesa della realizzazione del termovalorizzatore, per cui è stato emanato il bando di gara

SALERNO. Cementifici per bruciare i rifiuti pretrattati negli Stir, in attesa di un termovalorizzatore che - al netto di intoppi e scontri istituzionali - non sará pronto prima di tre anni. L’ipotesi è contenuta nel piano di gestione dei rifiuti stilato dalla Provincia, che oggi prevede di pubblicare il bando di gara per l’inceneritore ma che ne fissa al 2014 (in via «prudenziale») l’entrata in funzione. Nelle more si progetta di utilizzare il cementificio di Fuorni e quelli di Maddaloni (in provincia di Caserta), per bruciare la frazione secca che esce dall’ex Cdr di Battipaglia e che ora finisce o nel termovalorizzatore di Acerra o in discarica. Secondo il piano d’ambito della Provincia, nelle cementerie finirebbe circa il dieci per cento dei rifiuti solidi urbani in uscita dallo Stir salernitano, «oltre eventualmente a quello proveniente da altre province, sempre pretrattato».

Il ricorso ai cementifici è giá previsto nelle linee guida per la redazione del piano regionale sui rifiuti. Fu l’allora assessore all’ambiente Walter Ganapini (giunta Bassolino) a firmare nel 2009 un protocollo d’intesa con l’Associazione italiana del cemento per il via libera all’utilizzo dei loro forni, scatenando la reazione polemica degli ambientalisti e le proteste delle comunitá casertane, dove si trovano due dei tre cementifici campani. A Salerno, che al confine con Pontecagnano ospita il terzo, il dispositivo passò sottotraccia, ma ora torna d’attualitá con il piano di gestione provinciale e l’allarme per il progressivo esaurimento delle discariche. Si prevede che l’impianto di Fuorni possa dividersi, con gli altri due "forni" campani, un quantitativo di circa trentamila tonnellate all’anno.Rifiuti che andranno a sostituire in parte i combustibili tradizionali, previa verifica che questa spazzatura tritovagliata, stabilizzata negli Stir, sia coerente con le caratteristiche tecniche richieste dall’associazione degli imprenditori del cemento (Aitec).

Secondo il testo approvato dall’esecutivo Cirielli, il ricorso ai cementifici è persino più vantaggioso del ciclo tradizionale: «Il recupero energetico della frazione secca nei forni delle cementerie - si legge nel documento - comporta quale ulteriore vantaggio una riduzione dei quantitativi di rifiuti conferiti in discarica, in quanto le ceneri di combustione prodotte all’interno del forno del cementificio hanno proprietá tali da potere essere inglobate nel prodotto finito», a differenza di quelle prodotte dagli inceneritori, che «devono essere conferite ad impianti idonei per il successivo smaltimento, ovvero in idonee discariche». Non significa che si rinunci al termovalorizzatore. Tutt’altro: Palazzo Sant’Agostino accelera e conta di bandire giá oggi la gara d’appalto per un impianto da trecentomila tonnellate l’anno, abbastanza per bruciare l’immondizia della provincia di Salerno e accogliere una parte di quella prodotta nell’Avellinese e nel Beneventano. Il "ciclo" immaginato dal piano provinciale tiene conto di una produzione giornaliera di 459 tonnellate di immondizia in tutto il Salernitano. Un quantitativo a cui si immagina di arrivare nel 2012, aumentando le percentuali di raccolta differenziata e riducendo così le 750 tonnellate di tal quale che il territorio produce adesso ogni giorno. Le 459 tonnellate previste diventerebbero 295 dopo il trattamento nello Stir, e da lì passerebbero al termovalorizzatore, insieme ad altre 500 provenienti da Benevento e, soprattutto, Avellino.

Il progetto della Provincia - a cui il Governo ha assegnato poteri commissariali - si scontra però con l’ostruzionismo di Palazzo di Cittá. Il sindaco De Luca ha chiarito più volte che non intende confermare la disponibilitá a ospitare l’impianto se al Comune non sará garantito il controllo sulla gara d’appalto. Tra i due enti è braccio di ferro. Se Palazzo San’Agostino è pronto con la gara, la giunta comunale ha giá avviato l’iter per una variante urbanistica che cambia la destinazione dei suoli e li sottrae all’inceneritore, per realizzarvi un’area Pip con insediamenti artigiani. La variante è in via di stesura negli uffici, poi sará approvata in giunta e dovrá essere pubblicata all’albo pretorio per quindici giorni per eventuali osservazioni; quindi passerá al vaglio del consiglio. Il Pdl insorge: «De Luca - dichiara il vice coordinatore Antonio Iannone - agisce in disprezzo di ogni senso istituzionale».© riproduzione riservata