Il caso dell’aeroporto Maccauro: «I gap frenano lo sviluppo»

Oggi è in programma il Consiglio d’amministrazione dell’aeroporto Costa d’Amalfi e sarà anche l’occasione per parlare dell’inaspettato epilogo dell’avviso a evidenza pubblica per la cessione del 65...

Oggi è in programma il Consiglio d’amministrazione dell’aeroporto Costa d’Amalfi e sarà anche l’occasione per parlare dell’inaspettato epilogo dell’avviso a evidenza pubblica per la cessione del 65 per cento delle quote dello scalo salernitano, che ha allontanato il colosso sudamericano Corporation America, unico ad aver risposto al bando. Com’è noto, l’offerta è stata giudicata irricevibile dalla commissione esaminatrice perché contenete una condizione, fattispecie non prevista dal bando. Il presidente della Camera di Commercio Guido Arzano ha incolpato la burocrazia, il sistema italiano perché di fatto nessun socio dell’aeroporto potrà mai garantire sui tempi di realizzazione delle opere per l’adeguamento e, dunque, nel caso specifico il rilancio dello scalo salernitano. Un discorso condiviso dal sindaco e viceministroai Trasporti Vincenzo De Luca che, sollecitato sull’argomento, ha preferito non commentare. Stessa posizione assunta dal presidente Carmine Maiese che ha fatto sapere che dirà la sua nella prossima riunione del consiglio della Camera di Commercio, in programma il 20 dicembre.

La questione va però analizzata anche dal punto di vista dell’imprenditore e cioè di chi, pur volendo fare investimenti sul territorio teme, alla luce di ben note questioni, di rimanere invischiato in vicende giudiziarie o comunque di aspettare tempi biblici per avere un permesso o un parere, di qualunque tipo esso sia. All’eventuale investitore nel bando veniva chiesto di spendere 25 milioni di euro in cinque anni per sistemare lo scalo. Cedicor aveva addirittura rilanciato: ne avrebbe messi tre ma a patto di avere burocrazia vicina allo zero. Il risultato? Un nulla di fatto.

Sulla vicenda è intervenuto il presidente degli industriali salernitani Mauro Maccauro che ha commentato: «Sono rammaricato, da cittadino e da imprenditore. Quanto accaduto ci fa toccare con mano la realtà che evidenziavamo nell’assemblea del 12 novembre scorso. Qui vanno utilizzati tutti gli strumenti utili per far considerare questo territorio attrattivo». Per il numero uno di Confindustria c’è da lavorare ancora tanto: «Il disagio che viviamo è forte. Siamo perennemente scoraggiati e rallentati da meccanismi obsoleti e la vicenda dell’aeroporto lo testimonia. Sullo scalo pesano due cose fondamentali: la burocrazia che non consente di garantire sui tempi ed in qualche caso anche sui modi, e la giustizia perché c’è un’azione legale in corso sul cui esito nessuno può scommettere». Maccauro ha anche ricordato la lunga attesa del decreto interministeriale che deve venire dal Mef per la questione della gestione totale: «Non sono questioni banali ma fondanti», ha osservato. L’auspicio, in generale, è che da questa sconfitta «di tutti venga un insegnamento positivo per colmare un gap che ci frena nello sviluppo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA