Il caso del bimbo venduto Cozzolino ai domiciliari

Provvedimento del Tribunale del riesame nei confronti del ginecologo di Scafati Il professionista avrebbe “ceduto” il neonato per 25mila euro a una coppia sterile

SCAFATI. Il Riesame rimette agli arresti domiciliari il ginecologo Andrea Cozzolino, finito in carcere per aver venduto un neonato dopo il parto facendo da intermediario, secondo le accuse, tra la mamma minorenne e una coppia sterile. I giudici del Tribunale del riesame hanno deciso di concedere i domiciliari al professionista accogliendo l’istanza presentata dalla difesa, riservandosi di depositare le motivazioni nei prossimi giorni.

Il medico di Scafati risponde di concussione per induzione, corruzione e violazione della legge sull’affido dei minori ed era finito in carcere dopo la denuncia presentata dalla madre della minore. Davanti al giudice, Cozzolino aveva scelto il silenzio: durante l’interrogatorio del gip Meccariello, del tribunale di S. Maria Capua Vetere, si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Il 57enne ginecologo, in servizio presso cliniche private dell’area tra Napoli e Caserta, è accusato di aver intascato venticinque mila euro da una coppia di Sant’Egidio del Monte Albino cui avrebbe venduto il neonato partorito da una minorenne che era stata convinta a non abortire. La vicenda ricostruita dalla procura di Santa Maria Capua Vetere parte dalla giovane mamma, anche lei indagata, che, dopo aver accettato di prestarsi allo “scambio”, una volta accortasi della registrazione all’anagrafe del figlio naturale, ha denunciato tutto. Non si tratta del primo scandalo che coinvolge il medico: Cozzolino era finito in un’altra inchiesta, per aborti non autorizzati nel Salernitano. Nei suoi confronti era stato emesso provvedimento di sospensione da parte dell’Ordine dei medici ma, successivamente, il ginecogolo era stato reintegrato. Il noto professionista, difeso di fiducia dagli avvocati Antonio Pentone e Fabio Curcio, resta in custodia cautelare ma fuori dal carcere, ristretto nella propria casa.

Secondo gli inquirenti, la cifra sarebbe servita a coprire debiti originati dal gioco d’azzardo. Le indagini sono state effettuate dalla polizia di Caserta, che ha dovuto mettere insieme gli elementi probatori, a partire dal racconto della minore, rivoltasi al professionista con l’intenzione di abortire, prima di cambiare idea dopo aver ricevuto la proposta della successiva “vendita” del neonato. Il reato sarebbe stato commesso nel 2011. La clinica Santa Lucia, estranea al reato e luogo fisico del parto, aveva comunicato al Comune di residenza della madre vera i dati anagrafici del bimbo. Il piccolo, intanto, è stato tolto alla coppia acquirente e affidato a una casa famiglia, mentre la madre naturale è stata denunciata per violazione della legge sull’adozione. La coppia acquirente, di Sant’Egidio del Monte Albino, è invece sott’inchiesta, sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Alfonso T. Guerritore

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