Il carcere è una polveriera Detenuto tenta il suicidio 

Il 28enne di Roccapiemonte ha legato un lenzuolo alle sbarre della cella Salvato in extremis dagli agenti della penitenziaria. La denuncia della Uil

Detenuto tenta il suicidio nel carcere di Salerno ma viene salvato da un agente della polizia penitenziaria. Il fatto si è verificato mercoledì sera, poco dopo le 22, quando M. V., 28enne di Roccapiemonte, ristretto nel reparto comune, si era legato al collo un lenzuolo attaccandolo poi al cancello della cella prima di lasciarsi andare del vuoto. A dare l’allarme sono stati gli amici di cella, accortisi di quanto stava accadendo solo dopo aver sentito il rumore dello sgabello che il giovane aveva portato con sé in bagno. Così è scattata la richiesta d’aiuto e solamente l'intervento tempestivo dell'agente penitenziario in servizio è riuscito a salvargli la vita.
Il giovane è stato salvato in tempo e per lui non è stato necessario il ricovero presso l’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”. Ancora da chiarire le motivazioni che hanno portato il 28enne, noto alle forze dell’ordine per rapina e minacce, a tentare di compiere il folle gesto. Un episodio, l’ennesimo, all’interno della casa circondariale della città capoluogo che preoccupa seriamente i sindacati degli agenti della Penitenziaria. «Questo episodio dovrebbe far riflettere attentamente gli organi regionali e centrali, in merito a tutte le iniziative che il sindacato nel tempo ha posto in essere nei confronti dell'amministrazione penitenziaria per garantire più sicurezza sui posti di lavoro, soprattutto in termini di risorse umane, perché l'automatismo, la tecnologia, possono migliorare l'attività lavorativa, ma sicuramente, non possono sostituire l'uomo, che in questo ambito, è fondamentale visto che si gestiscono persone», ha sottolineato il segretario provinciale della Uil Pubblica amministrazione - Polizia Penitenziaria, Daniele Giacomaniello.
«L’episodio di mercoledì sera è la prova provata, che se non fosse stato per l’agente di sezione oggiavremmo parlato di un ennesimo suicidio». Si stanno rivelando più difficili del previsto le festività natalizie all’interno della casa circondariale di Fuorni. Resta, infatti, ancora il mistero per duplice pestaggio nella notte della vigilia di Natale, di Dante e Vincenzo Zullo, padre e figlio, originari di Cava de’ Tirreni, di recente rinviati a giudizio con l’accusa di estorsione ed entrambi “ospiti” del reparto di alta sicurezza. Qualche giorno prima, invece, il detenuto 48enne Francesco Nisi era morto sul pullmino della Penitenziaria durante il trasportoal Tribunale di Salerno. Qualche settimana prima c’era stata l’evasione di un detenuto dell’Europa dell’Est, poi subito riacciuffato, e prima ancora il ferimento di due agenti da parte di un detenuto nordafricano. Senza calcolare il sequestro di cellullari e droga nelle ultime settimane.
Domenico Gramazio
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