OPERAZIONE "CAPTAGON"

Il business droga al porto Nel mirino altri “carichi”

Il passaggio delle anfetamine non fu un caso isolato: ora si cercano i complici

SALERNO - Con il sistema del “tramacco” Alberto Eros Amato e Giuliantonio Apicella avrebbero fatto arrivare altra merce illegale per poi spedirla all’estero con il concorso «evidente» di altre persone. È questa una delle ipotesi più inquietanti formulata dal gip del tribunale di Salerno per descrivere l’attività del mediatore internazionale italo-svizzero Amato e dello spedizioniere salernitano residente a Baronissi, Apicella. I due sono stati arrestati l’altro ieri nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Napoli e Salerno sulle 14 tonnellate di “captagon” sequestrate lo scorso anno al porto di Salerno, il più grosso ritrovamento di anfetamine mai fatto al mondo. Ma di spedizioni ce ne sarebbero state altre e i due avrebbero goduto della complicità di più persone.

La furbata del “tramacco”. Il punto base del raggiro era la ripulitura documentale della merce trasportata in container che partendo dalla Siria, paese in guerra, finivano automaticamente in una “black list”, attivando controlli particolari sia in Arabia Saudita sia in Libia, anch’essa dilaniata dai combattimenti. Per evitare questi controlli bisognava far risultare che i carichi provenivano dall’Italia o dalla Svizzera o da un altro paese europeo e per questa pratica illegale viene scelto il porto di Salerno in tutto il Mediterraneo. Per “ripulire” il carico si è ricorso dunque al “tramacco”. «Si tratta – ricorda il gip - del trasferimento fisico di merci da un container o da un mezzo di trasporto a un altro. È un’operazione che solitamente viene effettuata per motivi che possono pregiudicare l’integrità della merce. L’ufficio doganale, una volta accertata la motivazione, autorizza l’operazione che deve essere svolta sotto vigilanza doganale, delegando un funzionario od in alternativa un militare della Guardia di Finanza che avranno il compito di assistere alle attività ». Le operazioni di tramacco di merci allo Stato estero «devono avvenire anche alla presenza del gestore del terminal di temporanea custodia o di un suo delegato. A tali operazioni è tenuto ad assistere anche lo spedizioniere doganale... Il tramacco di merci per le quali invece siano già state soddisfatte le formalità doganali e sia stato rilasciato il relativo svincolo, non richiede la presenza del funzionario doganale ma del solo spedizioniere, in quanto è sempre lui il rappresentante del proprietario della merce, seppur sdoganata ». E così, una volta passate da un container ad un altro e cambiata la documentazione, le 14 tonnellate di droga diventavano merce italiana o svizzera e quindi non più sotto i riflettori dei controlli più stringenti.

Salvatore De Napoli

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