Il buen ritiro degli artisti che amano le vigne secolari

Le etichette di Tintore e Pepella portano la firma di Carotenuto e Lista

di Barbara Cangiano

Le ha scrutate per giorni, leggendo nelle venature del legno, i segreti tramandati per quasi cent’anni. Le ha ammirate nei cromatismi regalati dal sole, nelle mani ruvide che le accarezzavano, perfino nelle foto e negli sguardi di chi le invidiava, abbarbicate su fazzoletti di montagna che scivolano verso la pianura. E poi le ha dipinte, una ad una, per portare nella sua New York, un’istantanea che fosse capace di consegnare al pubblico la cultura memoriale che come un buon vino, si lascia preservare da storici vigneti prefillossera che si chiamano Tintore e Piedirosso. Peter Ruta è solo uno dei tanti artisti che si sono fatti stregare dal fascino di Tenuta San Francesco, un’azienda dove la cultura del bere bene sa recuperare la tradizione e spronare la creatività. Nata nel 2004 dalla sinergia di tre storiche famiglie di vignaioli della costa amalfitana (Bove, D’Avino e Giordano), non è un’azienda vitinicola “tradizionale”. E non solo perchè si è presa la briga di recuperare vitigni “arcaici”, citati dalla letteratura ampelografica a partire dai primi dell’Ottocento (come oltre al già citato Tintore, Ginestra e Pepella), ma soprattutto perchè la mission che segue la regola del fare un vino di qualità, è quella di aprire le porte agli artisti. Per ospitarli gratuitamente affinchè realizzino opere site specific, in un luogo dove la natura è riuscita a sospendere il tempo. «Sono io ad avere la passione per l’arte - confida Gaetano Bove (nella foto) - Nel tempo ho raccolto una piccola collezione e mi piace l’idea che pittori e scultori si fermino da noi per assaporare non solo i nostri vini, ma la cultura che le vigne centenarie riescono a trasmettere». Le etichette delle bottiglie che hanno fatto breccia anche tra i palati giapponesi, americani e nord europei portano, non a caso, il segno di due nomi storici dell’arte made in Salerno. Fiori e farfalle di Mario Carotenuto (originario di Tramonti, il borgo della Divina dove ha sede Tenuta San Francesco) adornano la linea Tramonti e il premiato Per Eva (che Bove ha voluto dedicare alla consorte, miscelando sapientemente Falanghina, Ginestra e Pepella). Il blend di Tintore, Aglianico e Piedirosso 4Spine («il nome è un omaggio ai quattro soci della cantina e ricorda il nostro carattere») è invece figlio della creatività di Pietro Lista che ha squarciato il fondo nero con un rivolo rosso sangue da cui si dipanano quattro punteruoli. E poi c’è un b&b ricavato in una masseria del ’700, che accoglie solo chi ama il vino e l’arte. «Non è un bed and breakfast ordinario - ironizza Bove - Piuttosto ci piace definirlo un bed & wine». Un luogo di charme che ha incantato, oltre che decine di pittori e scultori americani e nord europei, anche celebrities: tra gli altri, Justine Timberlake ed il papà di Yahoo. E pensare che Tenuta San Francesco è nata dalla crisi: «Prima del 2004 vendevamo le nostre uve ma non producevamo con una nostra etichetta. Poi, quando il mercato ha iniziato a contrarsi, per evitare che i grappoli restassero invenduti, siamo stati obbligati a fare il salto». Ed oggi, con dieci ettari vitati, sono tra i primi produttori della costiera amalfitana. La punta di diamante è il Tintore in purezza che ha un nome inequivocabile, E’ Iss (ossia E’ lui). «Come dire, se il palato vuole saggiare questo vitigno che rappresenta una peculiarità di Tramonti, è qui che deve rivolgere lo sguardo», racconta Bove che insieme ai soci cura con impegno e passione tutti i vigneti, ad alta densità di impianto, che sono situati tra i 300 e i 500 metri sul livello del mare. A supervisionare una produzione che si aggira tra i 70 ed i 90 quintali per ettaro, prestando particolare attenzione alle tecniche di conservazione e tutela dell’ambiente, è il blasonato enologo avellinese Carmine Valentino. Che ha fatto di un vigneto antico, un patrimonio collettivo di storia e cultura. Per visitare le vigne secolari è indispensabile prenotare. Dal viaggio . a rebours, nessuno è finora rimasto deluso.

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