Buongiorno Salerno

Il bluff del sindaco incandidabile

Il caso di Rutino: nel paese con meno di mille abitanti paradosso al vertice del Comune e spreco di soldi pubblici

RUTINO: È un caso tutto italiano. Un paradosso. Uno spreco di soldi pubblici. Accade in un paese del Cilento. A Rutino, meno di mille abitanti. Qui, come in molti altri comuni del Salernitano, si è votato lo scorso 5 giugno. Due i candidati a sindaco e due le liste a loro sostegno. Tutto normale, se non fosse che tra i due c’è chi ha una condanna a due anni per ricettazione. Roba vecchia e personale, certo. Ma la legge è chiara: incandidabile. Lui lo sa, forse lo sanno anche i suoi candidati, ma prova a giocare il suo bluff. E vince. Così Gerardo Immerso è diventato sindaco. Durerà poco, certo. Ma è questo il paradosso. Passa un mese e qualche funzionario della Prefettura si accorge che il geometra Immerso ha una condanna. Che cosa facciamo? Semplice. Come se nulla fosse accaduto la Prefettura scrive al neo sindaco (6 luglio) e gli chiede, con garbo, di levare le tende. Immerso prova anche a far valere le sue ragioni. Ma dalla Prefettura fanno la voce grossa. Dal 6 luglio fino a ieri sera Immerso ha continuato ad amministrare il regno. Anche la sua maggioranza lo ha fatto, pur sapendo del vizio rilevato. Morale? Dopo aver speso soldi per le elezioni di giugno, a Rutino si tornerà a votare. E se la Prefettura manderà un commissario, pagheremo anche quello. Accorgersene prima, no? E io pago.