Il biologico guadagna terreno nel mezzogiorno

Le potenzialità ancora inespresse legate allo sviluppo della filiera agroindustriale nel territorio salernitano sono molteplici. Se si analizzano i dati settoriali in relazione alla formazione del Pil provinciale, “(…) il contributo proveniente dall’agricoltura è pari al 3,9%, un valore ampiamente superiore a quello medio regionale (2,6%), a quello del Mezzogiorno (3,3%) e, soprattutto, dell’Italia (1,9%)”, (Fonte: Cciaa Salerno-Istituto Tagliacarne, maggio 2012).

L’importanza di tale segmento economico nel contesto più generale delle dinamiche produttive – nell’intero Mezzogiorno – è confermato dall’ultimo Rapporto Svimez. “Nel complesso il Sud mantiene la sua specificità agricola, con un’incidenza del settore primario circa doppia rispetto al Centro-Nord (3,4% sul valore aggiunto totale rispetto all’1,5% delle regioni centrosettentrionali)”.

Se si prendono in considerazione i vari aspetti delle problematiche inerenti il mondo dell’agricoltura, emergono – sottolinea la Svimez – “luci e ombre: da un lato la drastica riduzione di investimenti nel settore (-12%) al Sud negli ultimi dieci anni; dall’altro la decisa crescita delle attività di supporto al settore (+5%), come la valorizzazione dei prodotti e la fornitura di servizi ambientali e turistici”. Sono cresciute al Sud le colture erbacee (+9,6%) e i cereali, che registrano un vero boom (+41%). Sotto il profilo delle scelte di metodo produttivo va evidenziato che “quasi 700mila ettari di superficie biologica su un totale di 1 milione e 100mila si trova al Sud, il 62% del totale nazionale”. “E se la Basilicata ha più che dimezzato la superficie nel 2011 (-54%), altre regioni del Sud segnano veri e propri boom, come la Calabria (+11%), la Campania (+20%), la Sardegna (+43%)”. In crescita anche gli agriturismi. (er. pa.)