Il bando ha fatto flop Tutto fa rifare al cimitero

Sarno: sono arrivate pochissime domande rispetto alle attese dell’esecutivo L’amministrazione pensa a una proroga ma gli utenti reclamano gli acconti

SARNO. Il bando per l’ampliamento del cimitero ha fatto flop. Le richieste non hanno raggiunto le attese dell’amministrazione e il progetto autofinanziato rischia di saltare. Lunedì è scaduto il termine per la consegna delle domande per ottenere la concessione con i relativi acconti, ma i numeri hanno bocciato l’idea dell’esecutivo del sindaco Amilcare Mancusi. Su 2196 potenziali sepolture disponibili, ne sono state richieste circa 250, poco più del 10%. I sarnesi hanno bocciato le contraddizioni insite in un bando con troppi interrogativi sul piano giuridico.

Per 616 tombe sono arrivate circa 150 domande, mentre per 980 loculi ne sono stati richiesti appena 60 e per 600 ossari sono pervenute istanze per 30. Sono stati incassati a titolo di anticipo circa 24 mila euro, mentre ce se ne attendevano almeno un milione 300mila. I numeri sono freddi e impietosi contro il progetto di ampliamento autofinanziato voluto fortemente dall’Udc che esprime l’assessore al ramo Maurizio Altieri. Il costo dell’opera è di circa dieci milioni e dovrebbe essere coperto con i versamenti dei richiedenti. Al Comune giacevano istanze vecchie per almeno 2000 persone e il clamoroso flop non si spiega nemmeno con il calo fisiologico della richiesta da parte di chi, essendo trascorsi molti anni, magari non ha più interesse. Troppi punti oscuri nel bando e molti non se la sono sentita di rischiare e di investire. Qualcuno abbozza la difesa parlando di una carenza di pubblicità.

La prima strada è quella di ritirare il bando e di restituire i 250 acconti incamerati. La seconda via è quella di riaprire i termini, provando a rimediare ad alcune incongruenze oggetto di maggiore critica. Tempi incerti, costi non bloccati e assenza di garanzie per chi investe hanno affossato un’opera attesa da almeno trent’anni. In realtà, il Comune ha avanzato il bando senza avere autonoma copertura finanziaria sull’opera e, quindi, senza avere la possibilità di garantire il completamento delle strutture a sostegno delle domande effettuate. Il Pd, subito dopo la pubblicazione, attraverso il capogruppo Roberto Robustelli ne aveva chiesto il ritiro. Ora, chi ha partecipato al bando, soprattutto chi ha versato i 1500 euro e sono circa 150, si preoccupa per la restituzione delle somme investite. Altieri fa sapere che verranno apportate alcune modifiche e prorogati i termini di trenta giorni.

Gaetano Ferrentino

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