Il banco alimentare senza più sede

L’appello dei responsabili di Ujamaa sfrattati dal Palazzetto Schiavo

«Abbiamo bisogno d’una sede». Rita Strollo, responsabile di Ujamaa Onlus, lancia un appello all’amministrazione comunale. Dalla scorsa estate, l’associazione non dispone di un luogo per la consegna dei pacchi alle famiglie bisognose. «Dobbiamo andare di casa in casa», spiega Rita, che s’occupa di portare avanti l’azione di volontariato insieme a Valentina Spera.

Fino a luglio, in effetti, le ragazze di Ujamaa erano ospitate da Enzo Porcelli e Elena Albero dell’Asd Tusciania, all’interno del Palazzetto Schiavo. Poi, ad agosto, la società ha dovuto riconsegnare le chiavi della struttura all’amministrazione, e la distribuzione dei pacchi, di cui beneficiano circa 35 famiglie e 10 clochard, ha subìto un arresto forzato. «Siamo rimasti senza una sede – dice Rita – e per fortuna il padre di Valentina ha messo a nostra disposizione un locale di sua proprietà, a via Gorizia, dove almeno possiamo conservare il materiale».

Banco alimentare, ma anche distribuzione di farmaci e di indumenti. E poi un servizio d’odontoiatria gratuito, e tante altre agevolazioni nelle spese sanitarie per i più bisognosi. L’amministrazione comunale si sta prodigando per trovare una sede all’associazione. Quindici giorni fa, la sindaca Cecilia Francese e l’assessore alle politiche sociali, Michele Gioia hanno ricevuto le ragazze di Ujamaa: «Sono stati molto disponibili - dice Rita - e ci hanno ricevute appena abbiamo fatto richiesta, ma io amo la concretezza, e ho bisogno d’una sede».

Ujamaa porta avanti un bel po’ di attività, e non solo a Battipaglia: la settimana prossima, infatti, Rita e Valentina partiranno per il Senegal, e porteranno con sé dei container pieni di generi alimentari, indumenti e farmaci. In Senegal, in effetti, le due stanno portando avanti, con l’aiuto di tante persone di buona volontà che hanno contribuito, diversi progetti: tra tutti, spicca quello per la realizzazione d’una casa per l’accoglienza dei bambini e dei ragazzi di strada. Casa “Darou Salam-Ujamaa”, si chiamerà. E porterà in Senegal il volto di una Battipaglia buona.(c. l.)

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