la cerimonia

Il 25 aprile è tornata festa di tutti

La linea della sobrietà sposata dalle istituzioni ha evitato fischi

Sobrietà e raccoglimento in città, ieri mattina, per il 68esimo anniversario della Liberazione. Nessuna polemica, nessun fischio, nemmeno una piccola contestazione, a differenza di quanto invece avvenuto lo scorso anno, alla consueta cerimonia che si è tenuta in piazza Vittorio Veneto, alla presenza delle massime autorità istituzionali. Dopo la deposizione delle corone, a prendere la parola, è stato il prefetto Maria Gerarda Pantalone. «Oggi celebriamo la liberazione non solo dal totalitarismo e dal fascismo, ma anche da ogni forma di torture, violenze e persecuzioni, contro cui si opposero quegli uomini e quelle donne che lottarono sapendo che in quei giorni si andava costruendo il futuro dell’Italia - ha osservato il prefetto che ha continuato - Il 25 aprile non è solo la festa della Liberazione, ma della riunificazione dell’Italia: è importante mantenere vivo il ricordo e la memoria della nostra storia, consci che solo ricordando si mantiene alto l’orgoglio civile». Prender parte all’anniversario, dunque, aiuta a guardare con fiducia al domani, secondo il prefetto che, citando l’operazione Avalanche ed il Parco delle Memoria che ne custodisce i ricordi, ha sottolineato quanto forte sia la volontà di andare avanti da parte della comunità salernitana, nonostante le difficoltà. Ha rivolto un pensiero ai due marò, poi, il consigliere comunale Rosa Scannapieco che ha portato il saluto dell’amministrazione De Luca. Massima concentrazione, poi, nell’ascolto dell’intervento dell’assessore provinciale Adriano Bellacosa, a fronte delle agitazioni dell’anno scorso, quando Antonio Fasolino, che prese la parola a nome di Palazzo Sant’Agostino, fu zittito da partigiani e politici, a causa del singolare manifesto affisso dell’allora presidente dell’ente, Edmondo Cirielli. È andata diversamente quest’anno, come osservato anche dal questore Antonio De Iesu che, un anno fa, intervenne in prima persona per placare gli animi. Vero è, tuttavia, che parole quali “nazifascismo” o “fascismo”, leit motiv dell’intervento di Luigi Giannattasio dell’Anpi, da Bellacosa non sono state assolutamente pronunciate. Ha parlato di diritti, dignità e pacificazione, dunque, l’assessore che ha rivolto il suo ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all’affermazione degli ideali della democrazia.

Marilia Parente

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