Salerno

Identificata la 47enne pestata in strada

La donna resta ricoverata in gravi condizioni al Ruggi. Oggi l’interrogatorio del 45enne polacco che l’ha ridotta in fin di vita

SALERNO. I carabinieri, non senza difficoltà visto che la donna era stata resa irriconoscibile dalle botte ricevute ed era sprovvista di documenti quando è stata soccorsa in fin di vita, sono finalmente riusciti a risalire all’identità della vittima della ferocia scoppiata venerdì sera in lungomare Tafuri, nei pressi del Grand hotel Salerno, poco dopo le 22.

Ha 47 anni ed è effettivamente di origini somale così come gli investigatori hanno sostenuto fin dall’inizio. Non abita a Salerno, però – quindi cade l’ipotesi che riguardava una sua possibile mancanza di dimora fissa – perché a quanto è risultato dalle ricerche effettuate, la donna è residente al Villaggio Coppola, luogo conosciuto anche col nome di Pinetamare, indicante una frazione di Castel Volturno, in provincia di Caserta. Cosa ci facesse a Salerno quel maledetto venerdì sera non è ancora dato saperlo visto che, dopo il lungo intervento a cui i medici del Ruggi l’hanno sottoposta per salvarle la vita, versa ancora in gravi condizioni. Dal reparto Rianimazione, ieri, è stata trasferita in quello di Neurochirurgia ma è sempre in stato comatoso.

Per quanto riguarda il suo aggressore, un polacco di 45 anni, trovato completamente ubriaco quando i carabinieri lo hanno braccato a pochi passi dalla sua vittimna agonizzante, questa mattina è previsto l’interrogatorio di garanzia in carcere davanti al giudice per le indagini preliminari. L’uomo, non appena arrestato, si è detto legato sentimentalmente alla donna che aveva preso a botte ma la veridicità delle affermazioni rese potrà essere confermata solo dalla 47enne quando si sveglierà.

A segnalare il pestaggio in corso è stato, venerdì sera, un passante che ha immediatamente allertato i carabinieri dopo aver capito che l’uomo poi arrestato non stava dando calci a un cane ma a un essere umano rannicchiato a terra. La somala, infatti, di corporatura già esile, si era chiusa su se stessa per cercare di resistere alla furia dell’uomo che ora è accusato di tentato omicidio.

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